ARMI: LA TRAIETTORIA E LA RESISTENZA DELL'ARIA
                Estratto suntivo dalle pagine del libro di E.Mori e L.Golino "BALISTICA PRATICA" edito da "OLIMPIA" 
              
              
Una delle trattazioni più difficili nella balistica esterna riguarda la traiettoria di un proiettile nell'atmosfera, infatti quando il moto del proiettile invece che nel vuoto avviene nell'aria, la forza ritardatrice dovuta alla resistenza della stessa è fondamentale per il calcolo della traiettoria e non solo, la viscosità dell'aria varia al variare della sua temperatura e della sua umidità e lungo l'intero spazio percorso dal proiettile in volo, questa temperatura e l'umidità stessa dell'aria può variare in modo repentino e difficile da misurare, per cui ogni calcolo delle traiettorie è puramente teorico se pur molto spesso, se fatto con attenzione, si avvicina di molto a quella che è la vera traiettoria del proiettile.
L'ARIA: un proiettile 9mm (di una munizione 9x19 ad es.) con V0= 330 m/sec, che nel vuoto secondo la formula che vedremo avrebbe una gittata massima di 11.100 mt, nell'aria ha una gittata massima di circa 1.500 metri. Un proiettile da fucile con V0 = 700 m/sec a causa della resistenza dell'aria, subisce una forza ritardatrice che è circa 40 volte maggiore di quella di gravità e la velocità finale, che nel vuoto sarebbe uguale a quella iniziale, viene ridotta a circa 1/6.
Quanto scritto sopra da un idea della complessità dei calcoli da fare per poter disegnare una traiettoria completa e non siamo nemmeno all'inizio. La resistenza che il mezzo (aria o acqua), offre al moto del corpo, è proporzionale alla massa d'aria spostata nell'unità di tempo e viene rappresentata dalla formula fondamentale di Newton
 -A- è    l'area    in    mq        della    sezione     normale    al    movimento del  corpo, 
                  -V- è la velocità in mt./sec.  (relativa al fluido in cui il corpo è immerso)
                  -m- è un  coefficiente sperimentale che dipende dalla densità del mezzo, aria ( data dalla sua temperatura o altitudine e umidità ), dalla  forma e dalla superficie   del   proiettile. A  titolo di curiosità si riportano i valori di -m- determinati  all'inizio del secolo da Eiffel mediante sperimentazioni compiute  dall'omonima  torre:
Superficie   piana  perpendicolare   al  moto             0,07  
                  Corpo   cilindrico,   lunghezza   =  1x   raggio             0,071
                  Corpo   cilindrico,   lunghezza   =  2x  raggio            0,069
                  Corpo   cilindrico,   lunghezza   =  3x  raggio             0,051
                  Cono   di  60°,   punta  in  avanti                             0,015
                  Emisfero   convesso                                                  0,017
                  Emisfero   concavo                                                   0,084 
Questi i valori riferiti all'aria, vanno moltiplicati per 800 (circa) se riferiti all'acqua, infatti 800 è il rapporto medio fra la densità dell'acqua e dell'aria alla temperatura ordinaria.
CALCOLI: la formula indicata è puramente orientativa e valida per velocità medie; nel caso di velocità basse, la resistenza varia con tasso inferiore al quadrato della velocità, mentre per velocità elevate la resistenza varia con tasso assai superiore. Il calcolo della resistenza sui proiettili è reso poi ancor più complicato dal fatto che il proietto nel suo volo è soggetto a movimenti oscillanti e di precessione che modificano in ogni istante la sezione opposta al fluido. Per ottenere valori precisi si dovrebbe quindi ricorrere alla ricerca sperimentale della legge di resistenza di ogni singolo proiettile. Per calcoli di una certa approssimazione, si sono però studiate delle leggi generali di resistenza dell'aria, più che sufficienti per gli scopi pratici: dopo aver tracciato sperimentalmente le curve della resistenza dell'aria riferite a diversi tipi di proiettile, si è ricavata una curva riferita ad un "proiettile tipo"; da questa, con l'introduzione di un coefficiente che deriva dal rapporto tra la forma del proiettile rispetto alla forma del proiettile tipo, si può risalire con sufficiente approssimazione ai valori reali. Una delle formule più usate e che, nonostante sia stata elaborata nel 1800 dal balistico russo Majevski, è ancora oggi utilizzata;

in cui:"R" è la resistenza impressa al proiettile espressa in kg."A" è la sezione del proiettile in mq."i" è un fattore dovuto alla forma che varia, come vedremo, da 0,45 a 2,30 "v" è la velocità del proietto in m/sec. "m" ed "n" sono coefficienti che variano con la velocità e vengono elencati nella seguente tabella:

Infine S/S° sta ad indicare il rapporto fra la densità dell'aria attraversata dal proiettile e la densità "base" pari a kg.1,225 per mq.
PRATICA: ponendo in via generale:
in cui f(v) sta ad indicare la funzione della resistenza in relazione alla velocità, secondo la legge di Majevski o altre analoghe, e ricordando che:
(dove "C" è il calibro in mt.) si ottiene la formula di pratica applicazione
La prima parte del polinomio di destra rappresenta il cosiddetto "coefficiente balistico" (Cb) del proiettile e la formula può essere riscritta cosi:
o ancor meglio cosi:
Una volta nota la resistenza opposta dall'aria, si potrà calcolare la ritardazione (cioè la forza negativa) subita dal proiettile in base alla formula:
e dato che:
si avrà:
Le ultime formule possono naturalmente fondersi assieme ottenendo:
in cui P è espresso in chilogrammi.
IL COEFFICIENTE DI FORMA
In  tempi più recenti, in luogo del concetto di coefficiente balistico  si è introdotto il concetto di "coefficiente aereodinamico"  (o coefficiente di resistenza) "Cw", quantità  adimensionale che esprime il comportamento del proiettile dell'aria,  variabile anch'essa a seconda dei fattori già ricordati, in funzione della  velocità, indicata non in m/sec., ma in rapporto alla velocità del  suono, cioè in Mach (velocità del suono = 330 mt/sec = 1 Mach). Cw non è costante in quanto dipende anche dalla viscosità  dell'aria e quindi varia continuamente nel corso della traiettoria rendendo i calcoli sensibilmente più dificili.  Per ogni proiettile, Cw è infatti funzione di due fattori  adimensionali:
                1 -     il    numero   di   Mach,    cioè   il   rapporto   tra    velocità   del   proiettile e   velocità   del   suono;
                2 -     il numero di Reynolds, cioè il rapporto tra velocità del  proiettile e la "viscosità cinematica" dell'aria,  moltiplicato per una   grandezza   che   dipende  dalla   lunghezza    del  proiettile.
                Come si può capire le cose si stanno complicando che probabilmente qualcuno ha già perso il filo del calcolo, chiaramente,  il calcolo esatto del Cw è estremamente complesso. Usando il  coefficiente Cw, che per i proiettili varia da 0,1 a 0,5 si   avrà:
in cui A è la sezione del proiettile in cmq ; S la densità dell'aria in Kg/m3 ; v la velocità del proiettile in "Mach". Premesse le formule matematiche essenziali, vediamo ora di chiarire meglio i valori che sono stati usati e, in primo luogo, f(v), di cui già abbiamo dato l'esempio del Majevski.
STORIA: gli studi per stabilire una  legge generale di resistenza dei proiettili (vale a dire in quale  modo la resistenza varia con il variare della velocità), sono  alquanto datati. Tra il 1872 ed     il     1895    nasce la     legge      di     Majevski-Sabuski,     nel    1874    quella    di Chapel,  nel 1888 quella della commissione Gàvre, nel 1894 quella di Vallier,  nel 1896 quella dell'italiano Siacci. Ad esse seguiranno quella di  Schève (1907), quella di Eberhard-Krupp (1912), di Dupuis-Garnier  (1929) e quella sovietica del 1930. Una delle leggi empiriche più  usate è quella del Siacci che costituiva il tentativo di unificare  il risultato degli esperimenti condotti fino  ad   allora. Dagli studi    si dedusse che la resistenza segue la legge quadratica, vale a dire che  la curva di resistenza ha un decorso orizzontale per velocità inferiori alla  velocità del suono; attorno alla velocità del suono la resistenza  cresce improvvisamente e rapidamente in modo quasi verticale in  modo di gran lunga superiore al quadrato della velocità; a  velocità superiori a quella del suono la resistenza decresce  anche in proporzione inferiore al quadrato della velocità.
                Si capisce qui la difficoltà e il perchè non è mai stato prodotto nulla, nel tempo dei computer, capace di dare un esatto risultato per una traiettoria balistica ma semplicemente dei teorici risultati spesso discordanti da quelli pratici.
NUOVI CALCOLI:
                  la    formula  per  la   resistenza,   usando  i  valori  K(v)   diventa:
Dati i valori di f(v), i valori di K(v) si otterranno con la formula:
Per comodità i valori ottenuti si moltiplicano per 10 al fine di eliminare troppi decimali. Per passare dai valori di K(v).10" , varianti da 1,2 a 7, ai corrispondenti valori di f(v) si userà la formula:
i calcoli  elaborati dal Siacci e dagli altri di quel tempo rappresentavano  i proiettili di artiglieria del   tempo, pesanti e scarsamente aereodinamici. Gli studi successivi adeguarono la curva ai proiettili di artiglieria e di   arma   leggera più moderni.  Questo     progresso   è   stato   possibile   da   quando   Prandtl   ha     studiato il      comportamento     dei     proiettili     in     apposite      gallerie     a    vento. Da     tali    studi   è   emerso   che il   fluido   tende   ad    unirsi    alle   pareti del    proiettile   creando   uno   "strato   limite"   le   cui    linee   di   corrente che si   comportano  come  un   "gas  perfetto",   questo naturalmente a  bassi    numeri   di    Reynolds. Ad     elevati    numeri    di    Reynolds,    però,    si creano     turbolenze,    tanto sui    fianchi,    quanto   e   soprattutto   nella   parte    terminale dei proiettili. Alla      base     del     proiettile     si     crea     un     vortice      d'aria     frenante definito   "risucchio"  o  "vortice   di  Karman" (in verità questo si forma dietro tutti gli oggetti viaggianti in un fluido). Quest'ultimo     fenomeno    non    è    ancora    stato   studiato   con    sufficiente esattezza,    ma   soltanto  con  formule   approssimate. Lo    svilupparsi   delle   turbolenze   sui   fianchi   del   proiettile    determina l'impennata      della     curva     del     Cw     in    corrispondenza     del      "muro del    suono" a 330 mt/sec. Il     risucchio    si    può    ridurre    rastremando    la    base     del    proiettile; le      dimensioni     ottimali     sono     date     da     una     base      conica     lunga mezzo  calibro. La parte appuntita di un proiettile supersonico di profilo  ottimale è lunga da 3 a 4 calibri; il proiettile supersonico   è   lungo   da   4,5   a   6  calibri. Gli  studi dell'Eberhard hanno condotto alla formulazione della curva di  resistenza portante il suo nome, corrispondente alla curva del  proiettile tipo Krupp con calibro di 10 cm. e che non si discosta  molto da quella del Siacci, ma di uso comune per il fatto che i  valori di f(v) sono stati tabellati dal Sangewald per velocità fino  a 750 m/s. Tra     le    varie    leggi    di    resistenza    conserva    ancora     un    certo interesse    quella    già    citata    del    Majevski     per    il    motivo    che    essa è  alla base delle tavole di ritardazione dell' Ingall, ancora  utilizzate  in   America. 
                Come  già detto, la balistica moderna tende ad esprimere la legge di  resistenza, non in relazione al coefficiente balistico, ma al  coefficiente di resistenza aereodinamica del proiettile, con    notevoli   vantaggi  matematici. 
Il    coefficiente   di   forma II 
                Già  abbiamo detto che ogni proiettile ha un suo caratteristico  comportamento e che la resistenza dell'aria andrebbe calcolata in  ogni caso sperimentalmente per tutto l'arco di velocità possibili.  La resistenza dell'aria, oltre che da fattori esterni al proiettile,  quali i movimenti oscillatori durante il suo volo è determinata  dalla forma della punta del proiettile, dalla lunghezza    del    suo     corpo,    dalla    forma   della   coda,    dal   materiale. L'influenza  di questi singoli fattori varia con il variare della velocità. La  forma della punta determina il valore dell'onda di pressione frontale  esercitata dal fluido sul proiettile; il corpo ed il materiale di  rivestimento del proiettile determinano la resistenza di attrito  nell'aria; la coda influisce sui valori di risucchio. Se il  proiettile ha velocità subsonica, le onde di pressione influiscono  poco sulla resistenza, così che essa risulta composta principalmente  dall'attrito e dal risucchio. Con     l'aumentare     della      velocità     a     valori     ultrasonici,      aumenta anche  la componente del fronte di pressione fino a raggiungere circa   la   metà   del   valore  della  resistenza  totale. Si  comprende quindi la difficoltà di adottare un coefficiente "i"  che consenta un perfetto adattamento della curva   della   legge   di   resistenza   alla  curva   reale   del   singolo   proiettile. Si  ricordi quindi che per il calcolo della resistenza ad una determinata  velocità è possibile individuare un coefficiente abbastanza   esatto. Invece,  per calcoli che comportino lo studio di un'intera traiettoria,  ove la velocità del proiettile varia da un massimo ad un minimo, ci  si dovrà accontentare di valori medi approssimativi. 

Il coefficiente di forma indica il rapporto tra la  resistenza effettiva di un dato proiettile e la resistenza di un  proiettile tipo, ciò deriva dal fatto che tale coefficiente non può essere indicato  in via generale, ma che esso è sempre ed esclusivamente relativo ad  una data legge di resistenza, i coefficienti di forma da impiegare  usando i valori del Majevski sono diversi da quelli necessari per i  valori del Siacci ed entrambi saranno diversi da quelli da introdurre  usando le tavole del Sangewald.
                In  prima approssimazione si può ritenere che il fattore "i"  vari da 0,40 per proiettili militari per moschetto appuntiti, a 1 -  1,2 per proiettili da pistola e rivoltella a punta tondeggiante,    fino  a  3-4  per  proiettili  cilindrici   (wad  cutter). Partendo  dalla figura sopra si cerca di individuare, a seconda del    calibro     indicato,    quale   sia   più   o    meno il  raggio di curvatura dell'ogiva del proiettile e con esso si entra  nella figura sotto ove nella prima colonna sono indicati ì valori di  "i" per proiettili a punta tondeggiante o appuntita mentre  nelle restanti colonne sono indicati valori da sostituire a quelli  della prima colonna quando il proiettile è a punta appiattita o cava  (a seconda del diametro, espresso in calibri, dell'appiattimento).  Per ottenere una ancor maggiore precisione si può tener conto di  altri fattori da aggiungere o sottrarre ai   valori   trovati    sopra.

Se  il corpo del proiettile (corpo è la parte che viene a contatto con  l'anima dell'arma e non comprende perciò l'ogiva e la coda  rastremata) è più corto di cinque calibri, il fattore di forma  va    diminuito  delle   seguenti   quantità: 
                  corpo = 4 calibri -0,01
                  corpo = 3 calibri  -0,03
                  corpo = 2 calibri -0,04
                  corpo = 1 calibro -0,05 
                  Il  cono di base, con un angolo normale di 15° comporta una diminuzione  del coefficiente di forma di -0,08; la presenza di mantellatura  sporgente (Scharfrand) comporta un aumento di +0,15; la presenza di  punta di piombo fuori mantellatura e  lunga  più  di   0,3  calibri,    un   aumento  di  +  0,06. Ad esempio un proiettile 8 x 57 JS HMB Norma a base rastremata  e punta di piombo,  con ogiva pari a 32 mm  e quindi di 4 calibri avrà, in relazione ad   una   velocità    iniziale  di   755  m/s
                  valore base della tabella sopra indicato = 0,60
                  arrotondamento della punta pari a 0,5 = +0,40
                  cono di base = -0,08
                  punta in piombo = +0,06
                coefficinete "i" = 1,02
                Conoscendo      il     Cw     di     un     proiettile     è     possibile      risalire con     una    certa    approssimazione    al    fattore    di    forma     del    proiettile stesso  in   relazione   ad   una data   legge    di   resistenza  e  viceversa. Comparando  le   formule ed   eliminando  i  termini  eguali,   si   ricava   infatti 
ove' naturalmente la velocità è espressa in Mach e non in m/sec. e quindi
Il coefficiente aereodinamico Cw può essere dedotto dalla differenza di velocità misurate sperimentalmente su di una data distanza, possibilmente breve, secondo la formula
in     cui    v,       e    v2      sono    le    velocità     (in    m/sec.)    iniziali    e    finali prese in considerazione; "s" è la lunghezza della base di tiro  (cioè il tratto di traiettoria) in metri; "F" la sezione  in  metri   quadrati del proiettile;   "P"   il  peso  del   proiettile    in  Kg. E'  da mettere all'attenzione del lettore che le misurazioni devono essere effettuate con la  massima precisione e con prove ripetute in modo da eliminare il più  possibile gli errori, poiché piccoli errori nella misurazione   comportano  errori   rilevanti  nel   risultato.
                  Eesempio di un     proiettile     appuntito    per    K98     (8x57),   con V0 = 706 mt/sec e V100 = 660 mt/sec, peso 0,0128 Kg, cal. 0,008 mt.
                  
                  applicando  la   formula      i   =  0,   45   circa.
E' opportuno però far presente che nei calcoli balistici pratici ciò che in genere interessa non è di ottenere gli esatti valori della ritardazione, ma al risultato pratico che gli elementi della traiettoria calcolati corrispondano a quelli effettivi. Perciò avendo a disposizione una tavola di tiro impostata sui valori usuali del coefficiente balistico, dell'angolo di tiro e della gittata e conoscendo per un dato proiettile di cui si ignora la legge di resistenza, quale è la gittata sperimentale per un dato angolo di tiro, si rileva dalla tavola quale è il coefficiente balistico della legge standard corrispondente alla medesima gittata; il rapporto tra il coefficiente così trovato e quello del proiettile in esame indicherà il cosiddetto "coefficiente globale di forma" che consente di rapportare i dati standard della traiettoria, alla traiettoria ricercata. Un procedimento analogo è quello con cui, attraverso le tavole di ritardazione, conosciute le perdite di velocità su di un dato percorso, si risale al coefficiente balistico e da questo al coefficiente di forma "i". Se il percorso è breve si avrà un fattore di forma istantaneo; se il percorso è alquanto lungo, il fattore trovato si può considerare come "globale" dell'intera traiettoria.
In fine ...
LA SCELTA DEL PROIETTILE ADATTO 
                Ciò che però volevamo farvi capire è che la scelta del proiettile adatto la dove si voglia sfruttare al massimo le proprie capacità di "sniper", quelle dell'arma e quelle della ricarica, non è cosa semplice ne da prendere sotto banco. Per tiri limitati ai classici poligoni che non superano i 100 mt. spesso la differenza tra un proiettile e l'altro non si nota, ma se parliamo di tiro ben oltre i canonici 300 mt. una volta esploso il colpo lasciamo al proiettile tutto il lavoro che abbiamo fatto sperando che sia lui solo a portarlo a termine.
                Qqui abbiamo visto che se ci affidiamo a proiettili non adatti o forniamo al nostro proiettile velocità inadeguate, egli vanificherà tutto il  lavoro fatto.
Per coloro che male si cimentano con la matematica e la balistica, sapere che la forma, lunghezza e velocità del proiettile contano per un tiro perfetto, sicuramente servirà da oggi a far fare qualche centro in più e speriamo a vincere anche qualche gara .
- data 2024
