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ARMI: il tiro verticale

Parliamo del tiro verticale che non è esattamente lo sparare in aria. Il tiro verticale naturalmente impone che la canna sia perfettamente verticale e il proiettile raggiunta la massima altezza ricada mantenendo sempre la punta verso l'alto e in un raggio di 10 mt. dal punto di partenza, mentre il tiro in aria e svolto nella maggior parte dei casi con inclinazioni che modificano di conseguenza la traiettoria del proeittile che diventa una parabola e quindi un vero e proprio tiro con direzione conosciuta. Ogni buon lettore potra trarre le dovute considerazioni dal trattato seguente per il quale non pretendiamo e non vogliamo entrare troppo a fondo in calcoli matematici, formule fisiche o geometriche, ma semplicemente chiarire bene come stanno le cose.

IL TIRO VERTICALE: il proiettile esploso dall'arma esegue un percorso rettilineo verso l'alto che termina nel primo tratto della traiettoria all'esaurirsi della forza che lo spinge fino all'apice della corsa, la sua massima altezza. Questo apice è perfettamente calcolabile nel vuoto con la formula: velocità al quadrato diviso due volte l'attrazione di gravità, formula che per un tipico proiettile da pistola che viaggia a 350 mt. / sec. lo vede percorrere 6244 mt. (nel vuoto).
Il tiro perfettamente verticale vede il proiettile, grazie alla forza di rotazione (effetto giroscopico), mantenere la punta verso l'alto per tutta la traiattoria. Esso infatti si arresterà all'apice del primo tratto di essa e inizierà a ricadere mantenendo sempre la punta verso l'alto.

Ma il tiro avviene nell'atmosfera e l'aria che la compone e la rende viscosa all'attraversamento, frena la corsa di ogni oggetto. Il proiettile sparato, proprio per questo frenamento, compie un percorso molto inferiore. La formula in questo caso è assai più complicata, proprio perchè entra in gioco il peso del proiettile, il suo calibro e la sua forma, la resistenza all'aria, ecc. Infatti un proiettile appuntito salirà più in alto di uno meno affusolato anche se sparato alla stessa velocità, mentre nel vuoto, la forma non ha alcuna importanza.

La distanza percorsa da questo poiettile e data dal suo peso in grammi per la velocità diviso il calibro espresso in millimetri; il risultato va moltiplicato per una costante data dalla forma del proiettile stesso che varia da 180 a 220. Solitamente il percorso di un proiettile che sale in modo verticale è il 70% della sua gittata massima (cioè se sparato con angolo di 45°).

Furono i Tedeschi i primi a sperimentare queste formule lasciandoci molti trattati e alcune risposte; ad esempio sappiamo che un proiettile da 8mm. (dell'8x57JS) del peso di 10 grammi spinto a 870 mt. / sec. sale a circa 2560 mt. mentre il proiettile del 9mm. Luger raggiunge i 1170 mt. di altezza.

In realtà il problema che vogliamo esporre qui non è quello di quanto sale il proiettile nell'aria ma a che velocità massima ricadrà e se sarà pericoloso per coloro che si trovano a terra.

Tornando alla traiettoria massima del nostro proiettile. Esso sparato in verticale (cioè in modo che non ricada oltre i 10 mt. dal punto di partenza), raggiunge la sua massima altezza quando esaurisce la forza di spinta, si arresta e da qui inizia una discesa retrograda che man mano accellera verso il basso grazie all'attrazione di gravità, per contro all'aumentare della sua velocità di caduta, aumenta la resistenza dell'aria su di lui, fino a che la forza che attrae il proiettile verso il basso e la resistenza dell'aria sul proiettile si eguagliano. A questo punto il proiettile smette di accellerare e cade a una velocità costante.

Cosi anche un paracadutista che scende libero nell'aria non accellera all'infinito ma ad un certo punto raggiunge una velocità limite oltre la quale non riesce ad accellerare. Essa si può calcolare con una complicata formula. Iil proiettile menzionato da 8mm. cade a non oltre i 180 mt. / sec. mentre il proiettile da 9mm. non supererà i 96 mt. / sec. sempre che entrambi abbiano la punta rivolta verso la direzione di marcia, (in basso), altrimenti sarà inferiore, il proiettile da 9mm. cadrebbe allora a 70 mt. / sec. Se poi il proiettile si destabilizza e comincia a roteare vorticosamente nella caduta la velocità diminuirà ulteriormente scendendo anche al di sotto dei 40 mt. / sec.

Quindi si denota subito che un proiettile che non ricade con la punta in avanti o che non mantiene questa stabilità ma rotea impazzito, non raggiunga una velocità capace di ledere un essere umano. Ma se il proiettile si capovolge e cade a punta in giù con ottima stabilità ?

Esso a questo punto può acquistare velocità che possono superare i 100 mt. / sec. dove un proiettile cal. 9mm per arma corta può ledere la pelle e produrre ferite superficiali mentre il proiettile da fucile da 8mm. può perforare la cute ed entrare in profondità nei tessuti molli. (Comunque difficilmente uccidere un essere umano).

Un piccolo appunto, questi calcoli nacquero per studiare la caduta delle bombe di aereo, queste vengono sganciate in volo e quindi hanno una velocità di partenza spesso superiore a quella che sarebbe la loro velocità limite al suolo, se la caduta non è sufficientemente lunga l'aria non riesce a frenare la bomba che arriva a velocità superiore di quella che può essere stata calcolata e ciò vale anche per bombe sganciate ad altezze dove la rarefazione dell'aria ne permette una caduta a velocità superiore, velocità che in seguito gli strati più densi non hanno il tempo di frenare; infatti la stessa bomba da 500 Kg. che se sganciata da 3000 mt. arriverà al suolo con velocità di 234 mt. / sec. se sganciata da 7000 mt. arriverà con velocità di 335 mt. / sec. Si denota come la velocità alla partenza o l'altezza raggiunta abbia in questo caso molta importanza; ma va da se che nulla queste sperimentazioni hanno a che fare con il tiro verticale e la caduta dei proiettili per armi leggere ai cui calcoli vanno portate variazioni notevoli.

Ora dovremmo capire se il proiettile che ricade dopo averlo sparato in aria è pericoloso. Nella maggior parte dei casi sembra non doverlo essere, ma se esso mantiene una traiettoria parabolica e la punta in avanti al momento dell'impatto con il suolo o con un bersaglio, la sua velocità può tranquillamente superare i 100 mt. / sec. (sono sufficienti 50...60 mt. / Sec. per perforare la cute). E' stato anche sperimentato negli USA che il vestiario militare riduceva la velocità dei proiettili prima di impattare il corpo sottostante di almeno 90...110 mt. / Sec. A tutto ciò si aggiungono anche altri fattori, se il proiettile è molto accuminato sarà più facile che esso si fermi in profondità nella pelle o nei tessuti sottostanti, inoltre se ha un elevato peso e quindi un energia residua elevata può percorrere maggiore spazio prima di arrestarsi. Per quanto riguarda l'osso il proiettile perde istantaneamente 60 mt. / sec. all'impatto su di esso, tutte velocità da sottrarre alla velocità del proiettile all'impatto. Sperimentalmente al di sotto di questa velocità (60 mt./sec.) non si ha perforazione o rottura ma solo una contusione, va comunque calcolata la velocità residua all'impatto per capire quanto ancora potrà penetrare in caso abbia ancora velocità elevata.

Abbiamo ora capito che il pericolo che un proiettile da pistola sparato in aria in modo perfettamente verticale, possa ledere gravemente un essere umano è estremamente remoto, ma non lo è per proiettili accuminati da carabina di adeguato peso che così possono mantenere una buona energia in caduta capace anche di perforare l'osso cranico, purchè l'impatto avvenga con giusta angolazione e non lo è per la maggior parte del tiro verticale che verticale non è, perchè bastano pochissimi gradi di inclinazione per far si che il tiro verticale si trasformi in una parabola e il proiettile arrivi a terra con velocità sufficiente a uccidere o ferire gravemente un essere umano.

Per saperne di più sulle formule e i calcoli http://www.earmi.it/balistica/bomb.htm
Edoardo Mori e Lorenzo Golino scrissero un interessante trattato in merito edito da Olimpia circa 40 anni or sono (1983) in ristampa: BALISTICA PRATICA

 

  • data 2024