
TACCA, MIRINO
E DIOTTRA DI MIRA
Uno dei tanti sistemi di mira
e il più usato sulle armi lunghe nei poligoni di TSN è la diottra.
Composta da un oculare cioè
un anello in metallo con un piccolo foro al centro e da un mirino che può
avere diverse forme e dimensioni, la diottra è un organo di mira spesso
snobbato dalla maggior parte dei tiratori che ad essa preferiscono le più
accattivanti ottiche a reticolo che, perchè no, possono sembrare più precise
ma in realtà sono solo più facili da gestire e usare. Nulla da collimare,
bersaglio ravvicinato e ingrandito, reticolo a croce, in alcuni casi anche illuminato e quindi facilità di
puntamento ci manca che l'arma spari al posto loro e il gioco è fatto. Sfortunatamente
per chi vuole fare gare di tiro (UITS) a 300 mt. è solo possibile l'uso
di diottre per regolamento e per altro chi ama le armi ex-ordinanza queste
"diottre" sono montate originariamente su di esse e la sostituzione
comporterebbe una "grave" alterazione dell'originalità dell'arma.
Anche loro allora sono costretti ad usare questi "infernali" sistemi
di puntamento che hanno fatto storia anche
nelle
nostre guerre. Ma come si deve usare la diottra? Specialmente quella di
derivazione militare. Iniziamo con il più semplice tra i sistemi di mira
per arma lunga, composto da tacca di mira e mirino.
Come possiamo vedere nell'immagine a fianco, l'incrocio delle due linee
rosse indica il punto di impatto del proiettile, la punta del mirino dovrà
coincidere con questo punto e per farlo il tiratore dovrà sistemare il mirino
al centro della V riportata sulla tacca di
mira facendo in modo che la punta sia esattamente all'altezza estrema della
tacca stessa. Un altro tipo di mirino di tipo sferico, richiede che lo stesso
vada ad appoggiarsi all'interno della tacca, il punto di mira si trova esattamente
al centro del mirino. Questo sistema è il più usato specialmente sui fucili
da caccia dove l'acquisizione del bersaglio deve essere più rapida e sicura
possibile, per questo sempre più spesso i mirini vengono colorati in rosso
o bianco o sono composti da materiale "foto-ottico" capace di
convogliare la luce in modo da apparire illuminato. In molte armi però è
montata la diottra,
come
già detto. Al posto della tacca di mira abbiamo un foro da cui traguardare
il mirino, questo, se a stelo, deve chiaramente trovarsi al centro della
linea verticale del cerchio e il suo apice incrociare il centro della linea
orizzontale, l'incrocio di queste linee come sopra accennato è il punto
esatto di impatto del proiettile. Dobbiamo dire che questo sistema di mira
non è tra i più facili da usare,
richiede
esperienza e tempo nell'acquisizione del bersaglio. Ad esso si affianca
un secondo insieme di diottre, quello a cerchi concentrici, usato nel tiro
a segno.
Come usare questo sistema non ha bisogno di troppe parole, il mirino composto
da un piccolo cerchio metallico dovrà trovare posto nella concentricità
del foro dell'oculare, al centro del foro del mirino passerà, in modo metaforico,
il proiettile che andrà a fare centro.
Non illudiamoci, mantenere i due cerchi al centro uno dell'altro e contemporaneamente
nel bersaglio non è cosa facilissima, eppure il tiro a
300 mt. eseguito con carabine di grosso calibro in Europa consente unicamente
l'uso di questo sistema di mira e se ci riescono loro perchè non ci dovete
riuscire anche voi ? Vogliamo dare un occhiata al sistema di mira delle
armi corte ? Guardandolo bene non è poi più facile del sistema a diottra
e spesso qui si usa una sola mano. Ciò che più conta nel tiro è una calma
assoluta, la piena concentrazione sul mirino (diottra, tacca, mirino, ecc.)
e "un dito che non strappa". Se siamo sicuri di avere un
arma ben tarata il resto, per fare centro, rimane tutto nelle nostre mani.
Ricordiamo che nel tiro a lunghe
distanze la parabola del proiettile incrocia la linea di mira, quella linea
invisibile che parte dall'occhio, passa per la tacca di mira e il mirino e
prosegue in linea retta verso il bersaglio, in due punti solo.