DETENZIONE, CUSTODIA, SEQUESTRO, CONFISCA...


MILLE MODI E MILLE SCUSE PER RIDURRE IL POSSESSO DI ARMI

26 APR. 2020

Detenere armi e munizioni oggi è un chiaro impegno non solo finanziario ma anche sociale. Possedere armi comporta dove sottoporsi a una vita morigerata, retta e pura ma ciò potrebbe voler dire che questa stessa linea debba essere seguita da tutti coloro che, con il possessore delle armi, hanno un affinità particolare: la coabitazione, la parentela, spesso l'amicizia.

Sono sempre di più i sequestri preventivi effettuati da questure e prefetture in materia di armi legalmente detenute e per i motivi più disparati.

Dall'aver ricevuto una denuncia da un vicino all'ubriachezza alla guida, alla lite per futili motivi anche quelli tra parenti per cause di eredità. Qualciasi cosa va bene pur di poter avere un minimo appiglio una scusa per emanare un procedimento di ritiro delle armi e delle licenze di porto d'armi.

Dal 5/11/2013 il ritiro cautelare da parte degli organi di polizia non rischia più di essere un abuso. Infatti, il Decreto Legislativo 29 settembre 2013, n. 121. pubblicato nella G.U. Serie Generale n. 247 del 21/10/2013, entrato in vigore il 5 novembre 2013, all'art. 1 comma 2 lett. c) modificando l'art. 39 del T.U.L.P.S., introduce la possibilità, per gli Ufficiali ed Agenti di Pubblica Sicurezza, di provvedere, in caso di urgenza, all'immediato ritiro cautelare di armi, munizioni e materie esplodenti regolarmente denunciate ai sensi dell'art. 38 T.U.L.P.S., dandone immediata comunicazione al Prefetto, per impedire eventuali abusi nell'uso delle armi.

 Nei casi di ritiro precauzionale delle armi, oggi, non è più sicura la conclusione positiva di un ricorso al tribunale. Sancito che l'autorità ha pieno potere decisionale le sentenze basate sui ricorsi da parte degli ex possessori di armi non sono più così scontate come furono un tempo e la dove anche il tribunale concedesse la riconsegna delle armi e delle licenze, questo non garantirebbe che al successivo rinnovo il detentore non si ritroverebbe da capo a subire un diniego nel rinnovo delle licenze stesse.

I possessori di armi e porti d'arma oggi, si trovano costantemente e più che mai sotto una spada di Damocle appesa sulla loro testa e tenuta solo da un filo più fine del crine del cavallo originario che sorreggeva la prima spada. E' sufficiente un colpo di tosse, uno starnuto sbagliato e via, niente più armi, munizioni, polveri, porti d'arma, licenze di collezione. E' sufficiente anche frequentare amicizie sbagliate o che a farlo magari sia il figlio convivente, che la moglie soffra di depressione o che la nonna abbia tentato di lanciarsi dal balcone ed ecco che le nostre armi prenderanno il volo senza possibilità di rientro.

Non ci sono molti comitati che combattono questi abusi, questo è businness da avvocati che porta ingenti introiti e muove una buona fetta di lavoro nell'apparato giudiziario; insomma, tutto questo va sempre a formare quel cospiquo insieme di processi che pagano lo stipendio a molti lavoratori. Se poi si spensa ai tempi biblici della giustizia italica, consiglio a che si vede sequestrare le armi di oliarle bene in vista di una lunga permanenza in posti freddi e umidi.

Ci si chiede, osservando il caso che appare nel verbale riportato nell'immagine sopra, come si possano sequestrare armi detenute chiuse in una cassaforte a qualcuno la cui moglie non ha tentato il suicidio con le stesse (non potendoci accedere) e che potrebbe in futuro comunque riprovarci semplicemente usando qualsiasi altro mezzo, visti quanti ce ne sono in casa ma peggio, ciò dimostra che la custodia delle armi non ha alcun valore, perchè chiudere le armi secondo i questori e prefetti non serve a evitare che queste possano essere prelevate da estranei per suicidarsi. Allora perchè ce lo impongono ?

Parlai anni fa del "cavatappi", quando un sistema si avvita su se stesso inperniandosi maggiormente per uno scopo preciso. In questo caso lo scopo è sempre lo stesso, la limitazione delle armi nelle case dei liberi cittadini che ormai liberi sembra non lo siano più da tempo, fare in modo che il sistema giuridico accetti il fatto che le armi possono essere tolte al cittadino per volere dei rappresentanti dello stato possibilmente senza che essi ne debbano dare spiegazione.

Ci arriveremo, se nessuno si mette di traverso sul cammino, presto ci arriveremo, ma mentre negli USA i cittadini corrono liberamente in armeria, in Italia non potendo più farlo presto ci si rivolgerà alle armerie dei campi "rom" cove le armi circolano senza controlli. E' chiaramente qualcosa di naturale, se a un bambino vieti qualcosa qel bambino presto aggirerà il divieto per averla, così nel vietare il possesso di armi si alimenterà maggiormente il mercato delle armi clandestine e il numero dei possessori di queste armi non catalogate. Il cavatappi gira ma alla fine cade lui stesso nella bottiglia.