La pericolosa deriva Europeista
L'Europeismo diventa più importante dell'uomo stesso
Era tempo di tornare a scrivere in rete dopo mesi di silenzio; mesi in cui poco è cambiato se non il probabile commissariamento dell'UITS che a vedere interessa più i pochi coinvolti nei giochi di ruolo dell'Unione che gli stessi tiratori, che spesso aspettano solo una scusa per saltare dal poligono "nazionale" a quello privato delle società "leggere". Lo sport del tiro nel vecchio continente ha avuto da sempre alti e bassi ma mai come oggi lo sport come il possesso delle armi sta finendo tra le macine del sistema "Europa", votato sempre più a un sistema unico centralista in cui pochi avrebbero il pieno potere sulla maggioranza fino a togliere a questa la propria autonomia, il proprio potere decisionale. Non è l'Europa sognata, quella che rispecchia più la libertà "Americana" ma piuttosto un coacerbo di interessi finanziari che pilota l'andamento politico dell'Unione. Un ottica perfetta per i grandissimi imprenditori, le multinazionali, le banche e i più ricchi; meno aprezzabile per i cittadini comuni, quelli che la vita la passano a lavorare per acquistare il pane di tutti i giorni. La distruzione sempre più evidente dei diritti dei lavoratori, la collusione con le grandi industrie che spostano gli interessi nei Paesi a basso livello tassatorio, la riduzione dei finanziamenti a favore del cittadino, danno una misura della strada intrapresa da un Paese pilotato dal sistema "Europa".
Un nonnulla quello che l'Europa prepara sull'orizzonte "armi", premendo sempre più per la loro riduzione, che anzichè colpire giustamente le armi clandestine e il terrorismo, al grido di quest'ultimo, colpisce solamente le armi denunciate legalmente, in realtà solo queste sono conosciute. Si, perchè l'Europa conosce, delle armi, solo quelle che sono state dichiarate ma non conosce l'esistenza di quelle nascoste, quelle nelle mani dei terroristi, dei delinquenti, quelle mai denunciate o depositate nei campi Rom. Un noto ministro disse che le armi clandestine non sono mai state quantificate per cui se non se ne sa il numero vuol dire che non esistono. Interessante valutazione, non c'è che dire, in questo modo i Governi possono dormire sonni tranquilli e preoccuparsi solo delle armi di cui conoscono l'esistenza, quelle legali.
Un quadro poco esaltante non solo per coloro che fanno sport (sport di tiro), ma anche per tutti coloro che possiedono armi; quella schiera di persone schedate a cui in qualsiasi momento, potrebbe essere chiesto di consegnare tutto, licenze e armi.
Regio Decreto 18 giugno 1931, n. 773 Art. 40 - (art. 39 T.U. 1926) Il Prefetto può, per ragioni di ordine pubblico, disporre, in qualunque tempo, che le ARMI, le MUNIZIONI e le materie esplodenti, di cui negli articoli precedenti, siano consegnate, per essere custodite in determinati depositi a cura dell'autorità di pubblica sicurezza o dell'autorità militare.
Lo Stato si è protetto; con l'articolo 40 ha la facoltà di ritirare oggetti di proprietà privata per ragioni anche palesemente di ordine pubblico e comunque a decisione unilaterale.
E quelle clandestine ?
Quelle non esistono.
La discesa senza freni che il nostro Paese ha imboccato rischia di finire contro un muro. La crisi esalta i problemi tra classi sociali, la politica si è arroccata su posizioni distanti abbracciando il pensiero Europeista anche se questo è ancora più distante dai bisogni della società Italiana.
1918 fine della prima guerra mondiale
1945 fine della seconda guerra mondiale
1979/1989 Afganistan
1982 Falkland
1991/1995 Georgia, Croazia, Jugoslavia
1992/1995 Bosnia
1996/1999 guerra del Kossovo
1998 guerra civile Albanese
1999/2009 guerra in Cecenia
2008 guerra in Georgia
Mai tanti conflitti hanno coinvolto l'Europa dopo la seconda guerra mondiale a cominciare dagli anni '80; oltre 35 anni di instabilità Europea che pesano sul sistema sempre più vicino al collasso con i rapporti sempre più tesi tra i Paesi anche sulla questione immigrazione ma non solo, debito pubblico, risorse economiche, aiuti, tutto pesa spesso solo sui Paesi di confine e quelli che faticano a riprendersi dopo la crisi del 2007.
In verità l'Italia più che faticare è ferma all'era della pietra, dove in Romania la "fibra" è ormai presente da anni, qui stà facendo capolino ora; dove l'assistenza sanitaria sta arrivando a tutti qui da noi stà andando a rotoli. Non siamo rimasti al palo, siamo partiti nella direzione opposta.Questa è la visione dei cittadini che non nascondono il loro malumore e in questa situazione i governi Italiani non hanno potuto che evitare elezioni che avrebbero visto vincere quei partiti cosidetti "populisti" che l'Europa tanto combatte e che detesta, capaci secondo lei di parlare solo alla "pancia" dei cittadini.
Quanto è strana l'Europa, populismo secondo l'enciclopedia Treccani significa: " Termine usato per designare tendenze o movimenti politici sviluppatisi in differenti aree e contesti nel corso del 20° secolo. Tali movimenti presentano alcuni tratti comuni, almeno in parte riconducibili a una rappresentazione idealizzata del ‘popolo’ e a un’esaltazione di quest’ultimo, come portatore di istanze e valori positivi (prevalentemente tradizionali), in contrasto con i difetti e la corruzione delle élite. " Quello che l'Europa sta combattendo a spada tratta; è una rappresentazione del popolo e la sua esaltazione in contrasto alla corruzione, in contrasto a un "elite".
Tutto sembra dire che è l'elite ad essere contro il popolo; una situazione già vista e che in tutte le ere passate ha portato sempre e solo a un disastroso scontro. E qui si ritorna al tema delle armi, liberamente detenibili la dove ci sia la piena libertà di tutti ma estremamente limitate la dove la libertà sia ridotta o addirittura inesistente.
Una visione decisamente "scura" di un futuro in discesa. Un futuro da cui le industrie del Paese fuggono, i giovani fuggono e la politica non guarda. la voce degli sportivi del tiro non è che un battito d'ali di farfalla tra il rumore assordante di una metropoli, il potere di veto degli stessi è inesistente. Il continuo stillicidio di licenze ritirate e armi sequestrate è illuminante.
Possiamo fare qualcosa ?
Espatriare per un futuro migliore o ritirarci in campagna per non vedere.
Ormai il potere Europeo ha in parte eliminato la sovranità dei popoli, la democrazia è stata sospesa in molti Paesi e la libertà è un illusione della mente che finisce al primo scontro con la realtà odierna. Diseguaglianze sempre più marcate tra zone di territorio e altre nello stesso Paese, diseguaglianze sociali e sul lavoro esasperano sempre più gli animi e di ciò i governi ne sono consapevoli. Con la scusa della lotta al terrorismo oggi i Prefetti possono decidere unilateralmente sul futuro del possesso di armi, futuro per il quale l'Italia ha già dato del suo promulgando decreti più restrittivi che in tutti gli altri Paesi Europei. Non per altro il nostro Paese è il più arretrato di tutti e il più a rischio default.
Ci si deve preparare ?
A guardare gli immigrati, spesso armati più degli stessi Italiani, si dovrebbe correre ai ripari in fretta.
Sfortunatamente i ripari sono sempre gli stessi; limitazione delle armi regolarmente detenute nelle case dei cittadini onesti, le sole censite e di cui si ha effettivamente l'esatto numero, dato che delle clandestine non se ne può sapere nulla.
L'Inghilterra si è tirata indietro in tempo, la Spagna stà diventando un Paese "caldo", i Paesi dei nord Europa si schierano contro quelli del sud e pochi Paesi decidono per tutti, è così che la democrazia viene violata in nome del progresso finanziario: il vil denaro sopra ogni cosa e ogni persona.
L'Italia delle ville abusive in riva al mare e delle casette in legno per i terremotati assegnate per sorteggio. L'Italia delle multinazionali che inquinano e delle caldaie in regola, l'Italia delle auto a emissioni "zero" e i pulman urbani diesel di vent'anni.
Sapere cosa succederà è un terno all'otto ma come tale si può solo vincere o perdere, non esiste pareggio ma la peggior cosa è vedere gli Italiani sorridere abituati nel vedere la nave che affonda sotto i loro piedi e come i musicisti del Titanic suoneranno e balleranno fino all'ultimo sperando che in fondo qualcuno arrivarà a salvarli.