NOVEMBRE SEMPRE PIU' VICINO

L'ora dei caricatori

  • 10 agosto 2015

Con questo sibillino annuncio nella home page del sito del Banco di Prova, uno dei principali responsabili (dopo il Ministero dell'Interno) del gioco delle armi classificate come B7, il Bnaco di Prova Nazionale alza le mani in segno di arresa. Il Banco in ragione di una situazione caotica, prodotta in molti casi proprio dal suo comportamento, esprime quanto segue e che copiamo proprio dalla home page del suo sito: " 1) Considerare la carabina SKS mod 56 come appartenente alla categoria B7 in quanto, sebbene nata semiautomatica, produttori cinesi hanno da essa ricavato il fucile automatico mod. 68; (questo sembra riferito ad un articolo del maggio scorso apparso su Armi & Tiro) 2) Comprendere nella categoria B7 tutti i moderni fucili muniti di accessori tipici delle armi militari, quali calcio telescopico o ribaltabile, impugnatura a pistola, una o più guide " piccatinny", attacchi per baionette etc. che sebbene prodotti nella sola versione semiautomatica hanno comunque un forte impatto psicologico proprio delle armi militari , e che nulla hanno a che vedere con le armi ad uso caccia.
Per le ragioni sopra esposte, al fine di evitare contenziosi e pregiudizi anche di natura economica, questo Ente, in assenza di specifiche indicazioni da parte del Ministero competente, non procederà alla classificazione di armi nella categoria B7. Per le armi appartenenti alla cat. B4 - B5 e B6 le richieste devono essere corredate da fotografie ed il Banco di Prova si riserva la possibilità di chiedere l'esibizione del prototipo.
Qui si potrebbe esclamare: "vacca boia che caz...te".

Leggendo capiamo che: la carabina semiautomatica SKS56 che assomiglia alla consorella militare sempre semiautomatica (ricordate bene.....NON automatica ma semiautomatica) va considerata B7 (cioè somigliante a un arma Automatica da guerra) perchè i Cinesi ne hanno ricavato un modello tutto proprio detto SKS68; è come dire che la carabina da caccia Browning BAR deve essere considerata B7 perchè vi era una mitragliatrice con lo stesso nome.
Alcune volte ci si chiede se solo l'Italiano trova certi argomenti per suffragare i propri errori e farli passare per atti dovuti cui non poteva fare altrimenti.

Leggendo oltre al punto (2) arriva il bello: vanno comprese nella categoria B7 le armi (che sebbene prodotte nella sola versione semiautomatica) hanno comunque un forte impatto psicologico proprio delle armi militari, cioè quelle che hanno una o più guide " piccatinny", l'impugnatura a pistola, attacco per baionetta, (questo lo ha anche il nostro '91) o calcio ripiegabile o telescopico, (come quello di molti fucili a canna liscia di ultima generazione)
Tutte armi che dovrebbero essere ricomprese nella categoria B7
Il BPN fino allo scorso anno ha provveduto a classificare le armi B7 senza questi fini ma solo secondo una propria idea, dato che tale classificazione non avrebbe avuto conseguenze sulla detenzione e l'uso di queste armi. La politica ha però deciso di dare ben altro aspetto alle armi classificate B7 seguendo erroneamente le indicazioni della C.E. nella Direttiva 477/91. E' il banco che indica la LEGGE 17 aprile 2015, n. 43 quale effetto di tutto questo.
La L.43/2015 è infatti la conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 18 febbraio 2015, n. 7, recante misure urgenti per il contrasto del terrorismo, anche di matrice internazionale, nonche' proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle Organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione. (15G00060) (GU n.91 del 20-4-2015 )
Avete letto bene, legge anti terrorismo, proroga missioni all'estero e iniziative di cooperazione e sviluppo per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione. Un noto Giudice avrebbe detto: "che ci azzecca ?"
Nulla, non ci azzecca nulla, come sempre qualcuno nel nostro Paese vuole affondare ciò che funziona, in questo caso l'importazione delle armi "similmilitari" che grande successo stanno avendo nelle gare di tiro. Un boom che da pochi anni colpisce moltissimi tiratori, grazie anche ai prezzi sempre più abbordabili e importazioni da Paesi terzi.
La stessa Direttiva 477 tanto pubblicizzata anche sul web nulla dice in proposito lasiando i Paesi liberi di affrontare l'eventuale problema come meglio credono.
All'articolo 2 della Direttica Europea 477 infatti leggiamo: "1. La presente direttiva non pregiudica l'applicazione delle disposizioni nazionali relative al porto d'armi o relative alla regolamentazione della caccia e del tiro sportivo.
2. La presente direttiva non si applica all'acquisizione e alla detenzione, conformemente alla legislazione nazionale, di armi e di munizioni da parte delle forze armate, della polizia o dei servizi pubblici, dei collezionisti e degli organismi a carattere culturale e storico in materia di armi e riconosciuti come tali dallo Stato membro nel quale sono stabiliti. Essa non si applica neppure ai trasferimenti commerciali di armi e munizioni da guerra.
Ormai è chiaro che si è voluto colpire un particolare settore di mercato e aggiungendo a questo gli errori del BPN sulla classificazione di molte armi (su internet volano le storie della SVD qui una foto, che è chiaramente un fucile semiautomatico e non è mai stato prodotto con sistema automatico, anche perchè è un fucile da tiro e non d'assalto) eppure anziche correre ai ripari e in pochi mesi mettere tutto a posto, prima che arrivi novembre 2015, si preferisce tirare i remi in barca e sperare che la corrente non capovolga tutto e tutti.

LE SOLITE PORCATE ALL'ITALIANA

Sono ad oggi 952 i modelli di armi classificate come B7, tra loro armi in calibro .22lr; 9X21 e il mitico .50BEOWULF (ma chi lo ha mai sentito ?) che poco si adatta ad un arma automatica da guerra. Ma ci sono esempi più eclatanti come l'M1 Garand che vede tra i modelli classificati solo quello importato da Palmetto classificato B7 ...... qui la scritta "senza parole" è d'obbligo ... mentre gli altri sono tutti B4. Eppure un Grand M1 è sempre un Garand M1 chiunque lo importi o lo produca, esso ha sempre la stessa forma e somiglianza.
A differenza di quanto scrive il BPN però non è solo il fatto che un arma assomigli a un arma automatica da guerra, che abbia l'impugnatura a pistola e il calciolo ripiegabile che la fa classificare B7; la Beretta CX4 è classificata B4 se in calibro 9x21 ma è classificate B7 quella camerata per il 9X19. Anche qui la scritta: "senza parole" è d'obbligo. Quindi anche il tipo di munizione usata fa la differenza ?! Ma allora le armi in .22lr. ?
Il Banco non ha affatto considerato quanto espresso dalle direttive ma ha fatto un po' a suo piacere e oggi ci troviamo in una situazione di completo caos.
Ma come detto agli errori si può mettere una pezza purchè lo si voglia fare. Il Banco preferisce passare la padella rovente al Ministero che come sappiamo ha tempi faraonici. Intanto chi ha avuto ... ha avuto.
Coloro che alla data di entrata in vigore del Decreto avevano armi classificate B7, possono continuarle a detenere come armi da caccia pur non potendole usare a tale scopo. Ciò vuol dire anche che, se hanno ancora un posto libero tra le armi comuni possono acquistarne. Solo se venderanno uno dei modelli classificati B7 chi li riceverà dovrà per forza inserirli in denuncia come armi comuni o al limite (se classificati) come sportive.
Strano silenzio anche dalle Associazioni e dalle Imprese. Alcune hanno gioito dell'emanazione del decreto altre ne pagheranno le conseguenze vedendo precipitare le proprie ordinazioni. Per ora ci si deve semplicemente preparare, per il 5 novembre prossimo si dovrà provvedere alla denuncia dei caricatori che sono stati compresi nel Decreto n.7 del 2015.

Anche quì con la scusa della Direttiva Europea che di denunciare i caricatori non dice nulla, il decreto obbliga tutti coloro che possiedono caricatori per armi lunghe contenenti più di 5 colpi e caricatori per armi corte contenenti più di 15 colpi entro il 5 novembre prossimo dovranno provvedere a denunciarne il possesso. E' come se un giorno ci obbligassero a dichiarare quanti coltelli da cucina abbiamo in casa e denunciare ogni loro scomparsa !
Mentre non sarà più possibile importare, produrre e vendere o cedere caricatori per armi COMUNI con capacità superiore a quella indicata sopra, sarà invece possibile acquistare caricatori per armi sportive anche di capacità superiore purchè siano poi denunciati come esprime l'art. 38 del TULPS modificato dal D.L. 7/15: "D.L. 7/15 Art.3-septies. All'articolo 38, primo comma, del testo unico di cui al regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, e successive modificazioni, e' aggiunto, in fine, il seguente periodo: La denuncia e' altresi' necessaria per i soli caricatori in grado di contenere un numero superiore a 5 colpi per le armi lunghe e un numero superiore a 15 colpi per le armi corte, fermo restando quanto previsto dall'articolo 2, secondo comma, della legge 18 aprile 1975, n. 110, e successive modificazioni".
ma quanti caricatori per armi sportive possono essere addoperati anche nelle armi comuni, e come si riconoscono gli uni dagli altri ?

PRIMO PASSO

Potrebbe essere questo il primo di vari passi che il Ministero stà mettendo in atto per limitare sempre più il possesso delle armi ai suoi cittadini ?
Oggi si è scagliato contro i caricatori di grande capacità, domani potrebbe fare la guerra alle munizioni di grande potenza e perchè no, ai mirini ottici di precisione, alle armi troppo elaborate, a quelle troppo precise e alla fine potrebbe vietare di allenarsi troppo per non diventare più esperti del personale dello Stato.
Qualcuno riderà leggendo questo, certo abbiamo voluto enfatizzare uno stato di fatto che ancora non esiste ma ...

(Leggiamo) ... un noto docendete universitario sottolineava la norma all'Art. 270 quinquies del Codice Penale modificato proprio dal Decreto in oggetto: Cass. pen., Sez. VI, 20.7.2011 (dep. 25.7.2011), n. 29670
Con la sentenza la Cassazione si pronuncia per la prima volta in merito all'interpretazione della fattispecie criminale di cui all'art. 270 quinquies, introdotta nel nostro codice penale, che punisce chi addestra e chi viene addestrato, nonché chi fornisce istruzioni sulla preparazione o sull'uso di materiali esplosivi, di armi da fuoco o di altre armi, di ogni altra tecnica o metodo per il compimento di atti di violenza ovvero di sabotaggio di servizi pubblici essenziali, con finalità di terrorismo.
Da sempre noi ci prodighiamo perchè sia sul web sia nella pratica le armi vengano sempre viste come strumenti sportivi. Da tempo puntiamo l'attenzione a molti corsi di tiro "operativo" che di sportivo non hanno nulla ma se mai hanno molto dell'addestramento paramilitare, dove non si cerca di colpire un bersaglio perchè si devono fare punti per vincere una gara ma lo si deve colpire perchè rappresenta l'aggressore o il nemico che va abbattuto.
Quanto a fotofrafarsi e pubblicare una foto sul web imbracciando un AK fa poco sportivo e molto aggressivo, per questo molto spesso siamo intervenuti in merito tra mille critiche.

Spiega su una nota rivista il Docente presso l'Università di Chieti: "Chi si allena in un TSN o un campo di tiro privato può essere un simpatizzante dell'ISIS, quindi quanto si devono controllare questi luoghi ? Quanto la capacità di un tiratore sportivo è semplice esperienza di tiro e quando diventa capacità al combattimento armato ? In tutte le Nazioni si fanno seminari in merito tra gli sportivi". Invece in Italia si punta solamente alla repressione preventiva che per altro non previane un bel niente, abbiamo visto infatti molti simpatizzanti prendere l'aereo o la nave e andarsi ad addestrare direttamente nel paese straniero.
La repressione inizia con la limitazione nella detenzione di armi, la limitazione alla capacità di fuoco nei loro caricatori, il passo è breve perchè altree limitazioni siano inserite an altri Decreti, se poi presentati in momenti drammatici come furono quelli dopo gli avvenimenti del tribunale di Milano, si capisce subito come sia politicamente possibile fare approvare tutto purchè si aspetti il momento giusto.
Non possimo dimenticare che l'Italia stà attraversando un momento di crisi non solo finanziaria ma anche sociale, il rischio di scontri tra etnie, nazionalismi, caste, società è sempre più alto, in questa situazione ogni Governo è propenso a limitare il più possibile ogni accesso alle armi da parte del cittadino.

La legge di Ciolla:
la dove sia in atto una crisi sociale, per cui lo scontro tra cittadini sia sempre più marcato, la dove lo scontro debba anche avvenire tra società, quella degli onesti cittadini meno colpiti da crisi e disagi e criminali, più esasperati dalle ristrettezze in tempo di crisi, lo Stato deve intervenire limitando il possesso di armi, chiaramente non potendo intervenire su quelle di cui non conosce la presenza (armi clandestine) deve puntare alle armi regolarmente denunciate. Limitando queste limiterà comunque fatti criminosi come la difesa fai da te o scontri a fuoco in ambito civile, ecc.
Questo avviene già negli USA dove le armi sono vietate nei grandi agglomerati urbani, New York, S.Francisco, Washington, ecc. dove lo scontro tra civili potrebbe essere l'innesco per fatti cruenti di grande portata. Pensiamo a una rapina in un centro urbano di grandissime dimensioni dove i cittadini possono circolare armati. Pensiamo all'esasperazione e il nervosismo portato da una grande città, l'inizio di uno scontro a fuoco tra malvivente e aggredito potrebbe scatenare una incontrollabile sparatoria tra cittadini nelle vie della Città.

L'Italia non è immune da questo, abbiamo visto gli avvenimenti di Napoli, dove trovare un arma in strada sembra essere cosa normale, dove entrare in un negozio a Brescia e uccidere i due proprietari è semplice e sicuro e a nulla vale dire: "succede solo a Napoli o a Berescia", perchè succede anche in altri posti. Perchè alcuni sistemi criminali funzionano ancora e hanno il controllo non solo del territorio ma anche della politica.
Fino a che non si raggiungerà un equilibrio e un benessere minimo che garantisca a tutti un gratificante motivo per vivere onestamente, questo è il quadro della situazione che si prospetta a venire e le armi saranno sempre un problema politico da risolvere in fretta.