LUGER P08 Cal. .45acp
I TEST USA DEL 1907


 

Dal revolver alla semiauto

Con il potere industriale ed economico in piena espansione nella seconda metà del XIX secolo, gli Stati Uniti d'America possedevano solamente un debole esercito permanente con pochi effettivi e non dedicavano ad esso che un bilancio ristretto.
La direzione del servizio armamento dell'U.S. Army assicurava tuttavia una vigilanza tecnologica attenta, per identificare tutte le novità tecniche, che venivano prodotte o inventate in questo periodo per le quali l'adozione sarebbe potuta essere giustificata. L'esercito Americano era dotato allora di revolver Colt in calibro .38 che non raccoglievano i favori dei loro utilizzatori, poco convinti del potere vulnerante di queste armi e molto nostalgici dei grossi revolver in calibro .45 di cui erano attrezzati solo alcuni anni prima.

La sostituzione del revolver di servizio fu all'ordine del giorno alla fine del 1800, l'esercito degli Stati Uniti si interessò naturalmente ad un nuovo tipo di arma, apparso nel 1893: era la pistola semiautomatica che si chiamava semplicemente all'epoca "pistola automatica." Le nuove Borchardt, Bergmann ed altre pistole automatiche (semiauto) di prima generazione suscitarono inizialmente più curiosità che interesse reale, perché i loro meccanismi erano ancora complessi e fragili. A partire da 1900, il successo incontrato dalla pistola automatica Browning della FN e soprattutto, l'adozione per l'esercito Svizzero del pistola Parabellum, incitarono l'Ordinance Board, la direzione del materiale e delle fortificazioni dell'US Army, ad organizzare parecchie campagne di test per determinare se le pistole automatiche erano adatte all'uso militare, se erano preferibili ai revolver e nell'affermativo, quale pistola automatica sarebbe stato meglio adottare per i bisogni dell'esercito Americano.

La valutazione delle pistole LUGER per l'U.S. army

La Luger che i collezionisti designano oggi come "modello 1900" era commercializzata negli USA dalla DWM e altre ditte Tedesche presenti nel paese: ad esempio l'armaiolo Hans Tauscher di New-York. Mentre l'arma era correntemente detta "Parabellum" in Europa, Hans Tauscher si era assicurato l'esclusività dell'impiego del nome di "LUGER" per il continente Americano e commercializzò l'arma sotto questo nome. I modelli esportati da DWM verso gli USA si distinguevano per la presenza di un'aquila Americana scolpita sulla parte superiore del castello sopra la camera di cartuccia, ciò che vale loro oggi il soprannome di "American Eagle".

Nella primavera del 1901, il colonnello Frank H. Phipps del servizio del armamento dell'esercito degli Stati Uniti incontrò Hans Tauscher per pregarlo di procurare due pistole Luger ai suoi servizi in calibro 7,65 mm in vista di una valutazione preliminare. Due giorni dopo questo incontro, 11 marzo 1901, Hans Tauscher avvisò il colonnello Phipps che due Luger corredate di 2000 cartucce gli erano state spedite, come si deduce dallo studio di Michael Reese "1900 Luger U.S. Test Trials".

Le prove preliminari cominciarono fin dalla seguente settimana all'uscita di una breve istruzione, accompagnata da Hans Tauscher, per abituare il colonnello Phipps ed i suoi collaboratori all'uso di questa arma di tipo nuovo per l'epoca. Al termine dell'esercitazione e dopo aver consumato l'intero quantitativo di munizioni fornite, il colonnello Phipps, impressionato per la rapidità di tiro e di ricaricamento, così come per la precisione dell'arma, raccomandò alla direzione l'acquisizione di un numero ingente di pistole Luger per condurre una valutazione approfondita. Un credito di 15.000 dollari fu sbloccato dal Ministero della Difesa per acquistare 1000 Luger del tipo chiamato "1900" (dai collezionisti). Queste armi arrivarono a New York nell'ottobre 1901 e furono trasferite all'arsenale di Springfield che ne ripartì 80 esemplari tra differenti unità per una valutazione sul campo, dopo avere fatto preparare dall'arsenale di Rock Island degli astucci che permettevano di portare l'arma alla cintura.


(Berlino) Georges Luger 1902 con alcuni tiratori

Durante gli anni 1902 e 1903, furono condotti una serie di test, nel corso dei quali apparve che forti pregiudizi esistevano tra i militari Americani nell'adottare la munizione di piccolo calibro (7,65mm) impiegata sulla Luger. Già sfavorevoli al calibro .38, accusavano le cartucce di piccolo calibro di avere poco potere di arresto e potere vulnerante oggi detto anche incapacitante. Fu già la mancanza di effetto vulnerante delle palle calibro .38 del revolver Colt, constatato all'epoca della campagna delle Filippine, ad aver segnato profondamente gli spiriti! Hans Tauscher rese conto a DWM delle poche probabilità che un'arma in calibro 7,65 mm aveva di essere accettata negli USA per l'uso militare.

Fabbricante di armi e fabbricante di cartucce, DWM non ebbe molta difficoltà a mettere a punto una cartuccia in calibro 9mm che conservava la lunghezza totale del 7,65 mm Parabellum, ma il cui bossolo abbandonava la forma a "bottiglia" per un profitto a forma quasi cilindrica. Queste caratteristiche permisero di adattare facilmente la Luger 1900 al suo impiego, operando unicamente la sostituzione della canna e della molla di recupero. Questa nuova munizione in 9 mm diventerà in seguito universalmente celebre sotto il nome di "9 mm Parabellum" o "9 mm Luger".

Sulle Luger in calibro 9 mm, DWM sostituì la canna da 12 cm in uso sui modelli calibro 7,65 mm con una canna da 10 cm che resterà la lunghezza standard delle canne di questo calibro sulle Parabellum che seguirono.
Cinquanta pistole Luger, di questa versione in 9 mm del modello 1900, chiamato "modello 1902" furono spedite via mare a Hans Tauscher che accettò di riprendere in cambio 50 Luger in calibro 7,65 mm, che l'esercito Americano non aveva impegnato ancora nei test. Tra i 50 modelli 1902, la metà era dotata dell'indicatore di caricatore pieno (Magazin Powell), conosciuto poi con il nome di "cartridges counter". Questo dispositivo permetteva di controllare il numero di cartucce contenute nel caricatore grazie a una finestra trasparente traforata nella targhetta sinistra della guanciola.

Georges Luger attraversò l'Atlantico per venire a presentare la sua pistola in calibro 9 mm al Pus Army nell'aprile 1903. Sebbene il generale William Crozier, direttore del servizio armamento militare, abbia riconosciuto in un rapporto sviluppato in data del 15 agosto 1903 che la versione in 9 mm era adattata meglio ai bisogni dell'esercito che quella in 7,65 mm, i militari Americani, continuarono nel loro insieme a rimpiangere il calibro .45 (11,43mm) che aveva dato prova della sua efficacia durante le guerre Indiane.
La ditta Colt che aveva fino qui presentato ai test militari delle pistole automatiche (semiauto) in calibro .38, sconvolse i dati introducendo nel 1905 una semiautomatica in calibro .45, producendo una cartuccia rimless che annuncia la futura munizione in .45 A.C.P. Questa munizione che rispondeva ai desideri dell'esercito Americano, fu addoperata nel 1906 e la direzione militare adottò il principio che solo le pistole automatiche camerate in questo calibro potevano essere presentate ai test condotti in vista dell'adozione della futura pistola dell'US Army.

Per mettere a punto una pistola Luger in questo calibro, G. Luger si fece spedire 1000 cartucce in calibro .45, dall'arsenale di Frankford, dedicandosi quasi esclusivamente alla messa a punto di questa pistola, l'inventore fu sul punto di presentare un prototipo Luger in calibro .45, per i test che dovevano cominciare nel dicembre 1906. Ma alcuni problemi di salute lo costrinsero ad interrompere i suoi lavori. Tramite Hans Tauscher, fece chiedere al generale Crozier, di spostare i test al mese di gennaio 1907, e ciò fu accettato.
Luger riuscì a fornire due pistole in calibro .45, numerate "1" e "2", ai test che dovevano cominciare il 15 gennaio 1907. A differenza dei modelli 1902 in calibro 9mm che mise a disposizione della commissione sostituendo solamente le canne e le molle di recupero, l'adattamento della pistola Luger in .45 aveva richiesto un lavoro enorme. I due esemplari in calibro .45 erano stati realizzati da DWM, al prezzo di un investimento considerevole in ore di lavorazione industriale e di messa a punto. Gli storici della Luger stimano che nessuno degli esemplari oltre ai numero "1" e "2", furono prodotti, DWM fabbricò molto probabilmente una o due Luger in più in calibro .45 che furono conservate da DWM come armi di riferimento, nell'eventualità del lancio di una fabbricazione in serie.

L'esemplare N.1 fu sottoposto ai test di resistenza all'ossidazione che comporta tra gli altri un'immersione di 5 minuti in una soluzione alcalina e di 22 ore di asciugatura. L'arma, fortemente corrosa, dovette sparare poi due caricatori da 7 colpi non sottoposti alla corrosione. L'esemplare N.1 riuscì a sparare le 14 cartucce del test, il suo stato di corrosione era elevato e l'estrazione dei caricatori e l'alimentazione della seguente cartuccia dovette essere realizzata la mano ad ogni sparo. Questo esemplare N.1 subi la maggior parte dei test distruttivi, mentre il N.2 era conservato come riserva. L'arma doveva essere dunque molto sciupata all'uscita delle prove. Sparì dalla circolazione e non è stata mai ritrovata, ciò che lascia supporre che sia stata rubata o distrutta all'uscita della campagna di valutazione.

 

I test del 1907

Il 15 gennaio, le prove cominciarono dall'esame delle armi presentate dai differenti fabbricanti. Le pistole Glisenti, Schouboe e Krnaka che usavano munizioni di calibro inferiore al .45, furono giudicate non conformi al farbisogno militare e scartate al primo colpo. Restarono in lizza, le pistole Luger, Colt-Browning, Savage, Webley-Fosberry, Bregmann, Knobles e White Merrill. Solo i primi tre giunsero alla fine dei primi test e si comportarono in modo molto soddisfacente anche in seguito. Luger fu il vincitore delle prove di durata (dovendo sparare circa mille cartucce accusando il minimo di incidenti di tiro), ma la Colt si rivelò nettamente più resistente alla polvere ed all'ossidazione.

La società Colt, Savage e DWM ricorsero ciascuna dell'Ordnance Board e fecero un ordine di 200 pistole destinate ad una nuova serie di test corredati di prove eseguite dal corpo di truppa.
Tuttavia, alla fine di sei anni di prove militari Americane, G. Luger ed i dirigenti della DWM avevano molto probabilmente la convinzione che la scelta dell'U.S. Army alla fine dei conti sarebbe ricaduta su un'arma americana.
Peraltro, gli ordini civili e militari di Parabellum affluivano dal mondo intero a DWM. La ditta Berlinese di cui la pistola era stata adottata nel 1904 dalla marina imperiale Tedesca, sapeva che la Luger era sul punto di essere adottata come arma corta regolamentare dell'esercito Tedesco. In questo contesto, in una lettera del 16 aprile 1908, Hans Tauscher, fece sapere al generale Crozier che DWM si rifiutava di fabbricare altri esemplari di Luger in calibro .45 e che la ditta Tedesca si ritirava puramente e semplicemente della competizione.
Al termine di un'ultima serie di prove effettuate fino al 1910, questa lunga serie di test doveva finire per eliminare anche Savage preferendo le pistole Colt in calibro .45 auto che sarànno adottate come arma regolamentare dell'esercito degli Stati Uniti nel marzo 1911.

La Luger N.2 che sopravvisse senza guai ai test militari del 1907, negli USA occupa oggi un posto tutto particolare per i collezionisti, la sua rarità gli è valsa il soprannome di "Million dollar Luger ", La Luger da un milione di dollari. Fu acquistata nel 1913 dal dottor Mc. Clenathan di Akron nell'Ohio che la rivendette a Warren Ogdan nel 1944 al prezzo di 150 dollari. Nel 1949, Warren Ogdan lo rivendette per la stessa somma al suo amico Sidney Abermann, collezionista di armi celebri al quale interessava in modo particolare.
La presenza di questa arma in una collezione Americana celebre permise differenti lavori su Luger presenti sul territorio dopo la fine del secondo conflitto mondiale. Fred Datig, Harry E.Jones o Charles Key-no presentarono delle foto che saranno riprese in seguito regolarmente dalle differenti pubblicazioni relative alla storia della Luger.
Dopo la dispersione della collezione Aberman nel 1989, la Luger N.2 fu ricomprata da un commerciante di armi Californiano che la rivendette per un milione di dollari ad un multimillionario Indonesiano, Yani Haryanto. In seguito al cedimento della rupia indonesiana, la "Milion dollar Luger " fu rimessa in vendita e passò in diverse collezioni private prima di ritornare sulla scena in occasione delle aste di Greg Martin.

L'arma è riapparsa al cinema nel film "Wall Street" con Michael Douglas nel ruolo di un squalo della finanza, egli mostra questa pistola dicendo,: "È l'arma più rara del mondo Larry: una Luger in calibro .45."

All'infuori delle due armi sottoposte ai test del 1907, esiste anche un altro esemplare di Luger in calibro .45, indicata con il numero 3 che è conservato alla galleria R.W Norton di Shreveport in Luisiana.
A differenza dei numeri 1 e 2, questo esemplare porta i punzoni di prova commerciali Tedeschi e le lettere B,U,G coronate. Questa particolarità ha fatto ipotizzare che si tratta di un esemplare conservato da DWM e usato per le sue prove. Se questa ipotesi fosse vera, si può pensare che l'arma sia stata rivenduta negli anni venti da DWM, quando la ditta vendeva massicciamente le sue armi negli USA per procurarsi denaro e fama in un'epoca dove l'economia tedesca era devastata dall'inflazione.


 

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