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I CALIBRI DELLE CARTUCCE A PALLINI

Il calibro 4

I fucili calibro 4 erano molto diffusi per la caccia ai volatili in condizioni di tiro molto avverse ed a distanze più che notevoli. Per questo calibro vennero prodotte cartucce sia a percussione centrale sia a percussione a spillo. Le Case americane fabbricarono le calibro 4 fino ai primi di questo secolo, ma, dai 1905 circa in poi, fornirono solamente i bossoli vuoti di ottone o di cartone e gli altri ingredienti per la ricarica delle cartucce. Il calibro 4 non è più prodotto negli U.S.A., dall’inizio degli anni 1920, mentre in Gran Bretagna la Eley-Kynoch lo fabbrica ancora. La lunghezza del bossolo era di 4 pollici e, per la carica, venivano usate 10 dramme di polvere nera e fino a tre once di pallini. Anche le moderne cartucce a polvere infume della EIey-Kynoch contengono tre once di pallini. Il 4 era, inizialmente, molto diffuso in Africa. Qui il bossolo d’ottone era caricato con un proiettile sferico o conico del peso variabile da 1750 grani (1/4 di libbra) a 1880 grani ed era spinto da 12-14 dramme di polvere. La velocità iniziale era di circa 1300 piedi al secondo ed il rinculo dell’arma era pari all’energia che sviluppava in volata. Sir Samuel Baker, noto cacciatore in Africa ed in India della metà del secolo scorso, lo usava largamente. I fucili ad anima liscia di calibro superiore al 10 divennero, gradualmente, sempre meno diffusi, a causa non solo del peso dell’arma, del rinculo e del prezzo, ma anche perché, con l’avvento delle polveri infumi, si potevano ottenere le stesse prestazioni con calibri inferiori. Inoltre, con la realizzazione delle canne strozzate, si veniva ad eliminare la necessità di disporre di queste enormi cariche di pallini per ottenere lunghe gittate.

Il calibro 8

Il cal. 8 fu un altro calibro per fucile a pallini a lunga gittata molto diffuso per la caccia ai volatili, ma, come per gli altri grossi calibri, la sua utilità venne meno con l’avvento della polvere infume e della canna strozzata. Le Ditte americane lo produssero fino verso il 1925. La carica massima era di 7 dramme di polvere nera e di due once di pallini. La lunghezza del bossolo poteva essere di 3 pollici, 31/8 pollici, 31/4 pollici. La Eley-Kynoch produce ancora il cal. 8, con bossoli da 31/4 pollici, 2 once di pallini e polvere infume. Ai tempi della polvere nera, il cal. 8 era un altro fucile favorito per la caccia in Africa o con canna Paradox. Una delle cariche qui impiegate era costituita da 10 dramme dì polvere nera e da una pallottola da 1250 grani e sviluppava una velocità iniziale di 1500 piedi/secondo ed una energia iniziale di quasi 6300 libbre per piede quadrato. Il bossolo era di ottone.

Il calibro 10

Il 10 è l'unico dei grossi calibri per fucile a canna liscia che venga ancora prodotto negli U.S.A. In realtà, fucili dal 10 a canna singola o doppia di fabbricazione americana vennero realizzati fino alla Seconda Guerra Mondiale. Dopo li questo, i fucili a canna liscia importati dall’Europa sono gli unici disponibili in questo calibro. La pubblicità dei fucili a canna liscia magnum del 10 ne parla come di armi per a caccia ai volatili acquatici a 1Oo iarde, ma in pratica la massima gittata efficace non supera di molto quella del 12 . La velocità iniziale era di oltre 1500 piedi al secondo. Il 10 costituisce un fucile a canna liscia efficace alle lunghe distanze, ma i calibri minori continuano ad essere superiori a quelli maggiori in termini di carica di pallini e ciò elimina, gradualmente, l’uso di questi ultimi. Le cartucce del 10 sono fabbricate della lunghezza di 2 pollici e 5/8, di 2 pollici e 7/8, di 3 pollici e di 3 polici e mezzo. La massima carica della cartuccia a polvere nera era di 5 dramme di polvere e di una oncia e 1/4 di pallini. Attualmente, le cartucce caricate in serie sono disponibili solamente con pallini dei No. 2, 4, 5 e 6 e della misura BB. Non vengono prodotte cartucce a pallettoni né a palla. La Federal Remington e Winchester producono delle calibro 10 con pallini in acciaio nelle misure F., I., BBB, BB e con lunghezze 1, 2 e 3.

Il calibro 12

È il calibro per fucile ad anima liscia più diffuso e largamente usato negli U.S.A. e, probabilmente, in tutto il mondo. Dal 50 al 55% di tutti i fucili venduti negli Stati Uniti sono di questo calibro e tale percentuale si mantiene abbastanza costante da parecchi anni. Col sempre maggiore impiego di fucili a palle speciali, è probabile che questa percentuale aumenti ancora un po. Il 12, rispetto ad ogni altro calibro, fa ben più cose ed in una maggiore varietà di condizioni di tiro. Ciò fa sì che esso sia il favorito da coloro che possiedono un solo fucile o che vogliono avere un’arma buona a tutti gli usi. Le cartucce cal. 12 si trovano confezionate in tipo normale, ad alta velocità e magnum, con pallini della misura che vanno dalla BB al No. 9, oltre ai pallettoni ed alle pale rigate. La carica di pallini varia da quella leggera di un oncia a quella pesante di un oncia e 7/8 della 3 pollici magnum. Ciò significa che col 12 si ottengono gli stessi risultati che si possono ottenere con i calibri dal 10 al 20. Se si dovessero eliminare tutti i calibri dei fucili ad anima liscia salvo uno, il 12 dovrebbe essere l’unico a sopravvivere. In Inghilterra il cal. 12 "Paradox" impiegava cartucce cal. 12. Quest’arma presentava una profonda rigatura in corrispondenza degli ultimi pollici della canna e poteva essere usata a pallini, pallettoni o con una speciale pallottola di 735-750 grani che raggiungeva una velocità iniziale di 1300 piedi al secondo. I fucili Paradox erano anche prodotti nei calibri 8,10, 16 e 20. La gittata precisa efficace era solamente di 25 iarde circa, ma essi erano decisamente mortali per la selvaggina di pelle non spessa. Le moderne palle rigate del 12 pesano 437 o 490 grani e partono con una velocità di 1600 piedi al secondo, eliminando in tal modo la necessità di impiegare i fucili Paradox, anche se questi ultimi sono più precisi.

Il calibro 14

I fucili e le cartucce cal. 14 vennero fabbricati negli U.S.A. e godettero di un seguito modesto, che andò gradualmente diminuendo fin verso la Prima Guerra Mondiale, dopo la quale, e fino agli anni 1920 inoltrati, erano ancora venduti bossoli vuoti di ottone e calepinati. La lunghezza della cartuccia era generalmente di 2 pollici e 9/16 e la massima carica fu di 3 dramme di polvere nera ed un’oncia di pallini. Ciò corrispondeva alla carica del cal. 16 dello stesso periodo, così che, per quanto riguarda le prestazioni, il 14 non offriva alcun vantaggio rispetto al 16. Il cal. 14, troppo vicino al 12 per consentire un apprezzabile risparmio, per quanto riguarda misure e peso dell’arma, venne, gradualmente, sostituito dal più utile cal. 16. Nessuna Ditta produce più il cal. 14 ed i fucili di questo calibro sono relativamente scarsi. La cartuccia costituisce oggetto da collezione.

Il calibro 16

Ci fu un periodo, peraltro non molto lungo, in cui il cal. 16 era diffuso quanto il 12. Le statistiche attuali relative alle vendite indicano che il cal. 16 costituisce dal 23 a quasi il 25% delle vendite annuali di armi a canna liscia, percentuale che è andata via via diminuendo in quanto un numero sempre maggiore di tiratori preferisce il cal. 12. Si sta raggiungendo il punto in cui sia il cal. 16 sia il 20 avranno, ciascuno, il 20% delle vendite. Il 16 era diffuso perché offriva quasi le prestazioni del 12, ma era meno ingombrante, più leggero e più maneggevole. Tuttavia, con la comparsa dei fucili a ripetizione e di altri fucili leggeri con cassa in lega di alluminio, questa differenza è di appena un quarto di libbra circa. Alcuni, tuttavia, ritengono che il minor calibro della canna del fucile cal. 16 renda quest’ultimo più elegante del 12, il che è in parte vero. In effetti, il 12 è superiore al 16, soprattutto nella caccia all’oca selvatica o ad altri uccelli acquatici, mentre per l’altra selvaggina la differenza è in gran parte una questione di scelta o di opinione personale. La realizzazione del cal. 20 magnum da 3 pollici ha avuto un certo effetto sulle vendite del cal. 16, perché il primo fornisce la stessa oncia ed 1/4 di pallini con un’arma più leggera e meno ingombrante. Le lunghezze delle cartucce normali sono di 2 pollici e 3/4 e di 2 pollici e 9/16. Le misure dei pallini sono le stesse cel 12 e, nel 16, sono anche disponibili sia pallettoni, sia le palle rigate. La carica normale massima a polvere nera era di 3 dramme di polvere e un’oncia di pallini.

Il calibro 20

Mentre la diffusione del cal. 16 sta diminuendo leggermente, quella del 20 sta aumentando. Ciò è dovuto in buona parte alle cartucce magnum cal. 20 da 3 pollici ed ai molti fucili di tale calibro, leggeri e rapidi attualmente disponibili con camera da 3 pollici. Il fucile misto 22 a percussione anulare cal. 29 Mod. 24 Savage usa la cartuccia da 3 pollici ed ha avuto una certa influenza sull’incremento della diffusione del calibro 20. Questa pesante cartuccia ha la stessa quantità di pallini (un’oncia ed 1/4) del 16 e quindi porta il 20 fuori dalla categoria dei calibri leggeri. Nella pratica venatoria, il calibro 20 è ora in grado di fare quasi tutto quello che fa il 16, per chi la scelta dell’uno o dell’altro calibro dipende, principalmente, dalla preferenza personale. Tuttavia, se si considerano i fucili cal. 20 più vecchi o qualsiasi altro fucile che non disponga di una camera di cartuccia da 3 pollici, allora il 16 ha il sopravvento. Esiste un altro settore in cui il cal. 16 mantiene il vantaggio sul 20 e cioè nell’uso delle palle rigate. La palla del 16 è adatta alla caccia al cervo ed alla maggior parte dell’altra selvaggina grossa se le condizioni di caccia sono ideali e se è usata da un cacciatore esperto. D’altra parte, la palla da 20 può appena classificarsi nella categoria di quelle idonee alla caccia al cervo, a breve distanza, a prescindere da chi la usa e dalle condizioni in cui la caccia si svolge. Molti cacciatori provetti ritengono che la palla del 20 non dovrebbe essere consentita per la caccia a qualsiasi tipo di selvaggina di grossa taglia. Le cartucce calibro 20 hanno le seguenti lunghezze: 2,1/2 - 2,7/8 e 3 pollici. La massima carica normale era costituita da 2 dramme e 3/4 a polvere nera e da 7/8 di oncia di pallini.

Il calibro 24

La maggior parte di coloro che oggi praticano la caccia col fucile a canna liscia non hanno mai sentito parlare del cal. 24, ma questo era abbastanza diffuso, tanto che un certo numero di fucili vennero camerati per esso fino al 1936-37. Il piccolo fucile a colpo singolo della Harrington & Richardson figurava nel catalogo del 1933-34 della Ditta come disponibile nel cal. 24 e quest’ultimo era, inoltre, uno dei calibri elencati, per i piccoli monocolpo Mod. 104 e 107 della Stevens nel catalogo 1936-37 di questa. La maggioranza delle cartucce di calibro inferiore al 20 apparvero verso la fine del secolo scorso e già nel 1905 ne esisteva una serie completa che comprendeva i calibri 24, 28, 32 e 410. La lunghezza normale delle cartucce cal. 24 era di 2 pollici e mezzo e la carica era costituita da 2 dramme di polvere nera e da 3/4 di oncia di pallini. Esistevano anche cartucce con la stessa carica di polvere infume. Il cal. 410 da 3 pollici ha una carica di 3/4 di oncia di pallini, così che è facile vedere perchè la maggior parte dei calibri intermedi è stata eliminata. Le cartucce cal. 24 vengono ancora prodotte in Europa, ma non sembra che vengano esportate negli Stati Uniti.

Il calibro 28

Il cal. 28 è sopravvissuto alla Seconda Guerra Mondiale, dopo la quale, anzi, la sua diffusione è alquanto aumentata. Nella sua versione attuale, ha una carica di 3/4 di oncia di pallini, la stessa del 410, la cui cartuccia è lunga 3 pollici. Ciò potrebbe sorprendere qualche fanatico del cal. 28 che pensa che questo sia più potente del 410. Effettivamente il 28 costituisce un buon fucile leggero, che non ha l’aspetto di bocchino di pipa di molte canne del 410. Parecchi sono i fucili monocolpo di fabbricazione americana, che si trovano nel cal. 28 e la Remington produce un bel semi-automatico di piccole dimensioni. Il fucile Browning a due canne sovrapposte è camerato per il cal. 28, come pure esistono parecchi fucili a due canne affiancate, di fabbricazione europea, che usano questa cartuccia piccola e maneggevole, I fucili cal. 28 sono, per la maggior parte, impiegati per la caccia alla selvaggina minuta ed agli uccelli terrestri piuttosto che a quelli acquatici. Il 28 è un calibro assai diffuso per il tiro al piattello.

Il calibro 32

Ecco un altro calibro di fucile ad anima liscia messo da parte dai calibri 28 e 410. In Europa il cal. 32 è noto come fucile da caccia da 14mm. L’ultimo (riferimento a fucili U.S.A.) di questo calibro è apparso nel catalogo 1936-37 della Stevens che riportava i suoi modelli 104 e 107 a colpo singolo. E, naturalmente, possibile che armi straniere che impiegano questa cartuccia siano apparse in un periodo successivo. La lunghezza normale della cartuccia era 2 pollici e 1/2 e la carica massima variava da 1/2 libbra a 5/8 di libbra circa di pallini. Era appena superiore alla cartuccia cal. 410 da 3 pollici e 1/2 e la sua efficacia neppure si avvicinava a quella del 410 da 3 pollici, I pallini erano delle misure dal 1 al 12 e si trovava anche con proiettile sferico da 158 grani. Per i cacciatori americani costituisce oggetto da collezionista anche se viene ancora prodotto in Europa.

Il calibro 410 (12 mm)

Il 410 è, forse, il più diffuso fra i piccoli calibri attuali. La cartuccia originale era lunga 2 pollici 02 pollici e 1/2, misure considerate particolarmente utili per i fucili da ragazzo o per sparare ai passeri. Tuttavia, verso il 1934, la Winchester realizzò la cartuccia di 3 pollici di lunghezza per il suo fucile a canna liscia a pompa Mod. 42 e ciò portò il 410 almeno alla pari del cal. 28. I 3/4 di oncia di carica massima della 410 è ben in grado di abbattere la maggior parte della selvaggina minuta e dei volatili, fino alle 30-35 arde. Esige dal tiratore un po’ più, diciamo, del cal. 20, ma le sue possibilità sono quelle, naturalmente, se sviluppate adeguatamente. Il 410 sarebbe, probabilmente, molto più diffuso se le sue cartucce non costassero tanto. Purtroppo, la differenza di prezzo fra una scatola di cartucce da 410 da 3 pollici ed un calibro 20 o 12 è talmente piccola da rasentare il ridicolo. Non si acquisti, quindi, un fucile cal. 410 con l’idea di risparmiare, sia nella spesa iniziale, sia in quella relativa alle munizioni, perché non è vero. L’unico modo per risparmiare sulle cartucce è quello di ricaricarsele da sé. Quasi tutte le ditte che producono fucili da caccia ne fabbricano uno da 410 di un tipo o dell’altro. A colpo singolo, a due canne accoppiate o sovrapposte, ad otturatore a pompa o a funzionamento semi-automatico, sono tutti fucili che si trovano nel cal. 410. I pallini delle cartucce originali sono compresi nei numeri da 4 a 9; esiste anche la palla rigata. Alcuni si lamentano che la palla da 410 è inutile e non dovrebbe essere più prodotta. Mentre questi piccoli proiettili da 85-90 grani non sono adatti alla caccia al cervo, essi, tuttavia, hanno una loro collocazione ed occasionalmente possono dimostrarsi utili. Sono particolarmente efficaci nel fucile misto Savage Mod. 24, perché, usando gli alzi dell’arma, è possibile colpire un animale della grossezza di un coniglio distante anche 80-100 iarde. Il che, peraltro, è vero per qualsiasi altro fucile da caccia munito di alzo ed opportunamente tarato. La palla da 410 abbatte il coyote o la lince rossa in modo netto, cioè senza provocare gravi ferite. Il 410 è il gran favorito dei giovani, dei principianti o di coloro che prediligono un fucile molto leggero. E prodotto ed usato in tutto il mondo.

La cartuccia a pallini da 9mm

Si tratta di una cartuccia a percussione anulare che, in passato, godette di una certa diffusione negli U.S.A. per la caccia agli uccelli ed ai nocivi di piccole dimensioni, a breve distanza, Il fucile a colpo singolo ad otturatore scorrevole-girevole, modello 36 Winchester, venne prodotto in questo calibro dal 1920 al 1924. Per tale cartuccia vennero costruiti in Europa vari tipi di armi a canna liscia ed essa poteva anche essere impiegata nelle armi rigate camerate per la cartuccia a pallottola da 9mm. Nacque con la cartuccia Flobert ed ebbe molta più diffusione in Europa che negli U.S.A. E tuttora prodotta dalle Ditte RWS ed Alcan. Ne esistono due versioni, una lunga ed una corta; alcuni tipi hanno il fondello di metallo ed il corpo di cartone, altri sono tutti di metallo. La lunghezza è di un pollice ed 1/8 o di un pollice ed 1/16; per pallini si usano quelli dei numeri 9 o 10. Negli U.S.A. le cartucce da 9 mm furono prodotte fino alla fine degli anni 1930, sia dalla Remington, sia dalla Winchester.


La cartuccia a pallettoni

La legge venatoria nazionale vieta l’uso delle cartucce a pallettoni per la caccia agli ungulati, ma questo tipo di munizioni viene ancora prodotto sia per difesa personale a distanza ravvicinata, sia per tiri "di azzardo" a distanza lunghissima contro selvaggina di minore mole. Non è infatti vietato sparare ad una volpe, o ad un branco di germani, una carica di pallettoni.

Sono detti pallettoni i pallini di numerazione compresa tra il 5/O e l’11/O. Un pallettone 11/O lanciato con V/1 di 405 m/s, possiede alla bocca del fucile una energia di 31 kgm, molto superiore a quella di un proiettile di pistola cal. 7,65 mm o 9x17 mm. Ad ogni sparo un fucile di cal. 12 lancia 9 pallettoni 11/O, che si allargano in una rosata che può compensare gli eventuali errori di puntamento. Per la difesa a distanza ravvicinata, come quella abitativa, un semiautomatico od un pompa con 5, 7, o 8 colpi, può scaricare in poco più di un secondo da 45 a 72 pallettoni, con una saturazione di fuoco su di un’ampia superficie, che può fare invidia ad un mitra. Per uso di difesa personale non è nemmeno necessario ricorrere a pallettoni 11/0. non occorrendo uccidere quanto porre l’avversario in condizioni di non nuocere. Possiamo scendere alla numerazione 7/O, che permette di sparare 27 o 28 pallettoni per ogni colpo, con E/O singola di 11,63 kgm, superiore a quella del proiettile cal. 6,35 mm. da pistola. Entro un raggio di m 50, questa numerazione è sempre abbastanza invalidante, se non mortale. A distanza non superiore a m 30, pure i pallettoni del 5/O, od i pallini del 4/O, sono spesso sufficienti a porre l’aggressore fuori combattimento. L’energia cinetica necessaria ad un proiettile per produrre ferite gravi, fortemente penetranti, ad un selvatico del peso di kg 100, viene stimata intorno a 14,2 kgm. I pallettoni 11/0 lanciati a V/1 di 405 m/s hanno a m 35 di distanza una energia di 20 kgm, a m 55 di 15 kgm. Alla distanza di m 55 il pallettone 11/0 è quindi in grado di abbattere un cinghiale, un daino, una renna od un capriolo, se colpisce un organo importante. Poiché a questa distanza sulla sagoma di un animale di tale mole non è possibile porre una media di 5 pallettoni 11/0 (la media non supera 2 o 3 pallettoni), ne deriva un numero troppo alto di ferimenti. La portata utile sicura dell’ 11/0, su animali del peso di Kg 100, non supera perciò la distanza massima di 30÷32 metri, od anche minore nel caso di cartuccia con un’alta dispersione. I grossi pallettoni accusano quasi sempre un eccessiva deformazione da schiacciamento ed attrito in canna, perciò perdono sfericità e deviano molto dalla traiettoria, se non formati da piombo temperato e protetto da ramatura, o se tra essi non viene interposta segatura di plastica "plastic sawdust", usata in cartucce americane che funziona da cuscinetto ammortizzatore. Spesso un cinghiale è in grado d’incassare una palla del cal. 12 od un proiettile di carabina cal. 300, con energia superiore a 300 kgm, per andare a morire a chilometri di distanza quando non sono colpiti organi vitali. A tiro corto una carica di pallettoni del n.11/0 offre maggiori garanzie di uccidere istantaneamente il cinghiale, essendo difficile che nessuna delle 5 o 6 ferite non interessi un organo importante per la vita. L’effettivo vantaggio della cartuccia a pallettoni consiste appunto in questo aumento di probabilità favorevoli al buon esito del tiro. La difficoltà del tiro a palla consiste nel colpire alcune zone specifiche del corpo del selvatico, poiché la potenza del calibro non sempre compensa la scarsa precisione del tiro. Nel cal. 12 i pallettoni più utilizzati della scala nazionale sono l’11/O, il 9/0 ed il 7/0. Nelle cartucce di produzione estera troviamo pure pallettoni con misure metriche diverse da quelle della numerazione italiana. Il nostro 11/0 ha un diametro di mm 8,6 ed un peso di g 3,71. Viene impiegato nelle cartucce cal. 12 con 9 pallettoni, disposti in tre strati, con peso complessivo di g 33,4, od in cartucce cal. 12 magnum 3 con 12 pallettoni, disposti su quattro strati. con peso complessivo di g 44,52. Il n.9/0 ha un diametro di mm 7,4 ed un peso di g 2,36. Viene usato in cariche standard di 12 pallettoni (posti in tre strati di quattro pallettoni), con peso complessivo di g 28,4, od in cariche pesanti di 16 pallettoni (disposti in quattro strati di quattro pallettoni), con peso di g 37,86. Il n.7/0 ha un diametro di mm 6,2 ed un peso di g 1,39. È caricato in cartucce standard contenenti 21 pallettoni (tre strati di sette) con peso di g 29,22, od in cariche pesanti di 28 pallettoni (quattro strati di sette) con peso di g 38,97, oppure di 27 pallettoni (si toglie solo un pallettone dallo strato superiore) portando il peso a g 37,86. Nel cal. 20 la cartuccia "a terzarola" è caricata con 3 pallettoni del n.9/0 (tre strati di tre), con peso di g 31,33, o con 12 pallettoni del n.9/0 (quattro strati di tre), con peso di g 28,44. La cartuccia "a quartarola" utilizza invece 16 pallettoni del n.7/0 (quattro strati di quattro), con peso di g 22,4, oppure 20 pallettoni sempre n.7/0 (cinque strati di quattro), con peso di g 28.

 

 

 

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