N.R.A.
National Rifle Association

  • 2014 - aggiornamento gen. 2018


Sono stati molti a chiedersi come mai in Italia non si sia mai radicata una grande Federazione che raggruppasse tutte le Associazioni sportive di tiro. Finalmente possiamo dare una risposta a questa domanda grazie alle informazioni raccolte e dalle indiscrezioni trapelate negli anni. Naturalmente i riferimenti a persone coinvolte saranno tralasciati e del resto ormai questi non hanno più alcuna importanza nella trattazione di questo scritto, ma la risposta che molti aspettavano è sicuramente comprensibile con la sua lettura, ammesso che si riesca a leggere anche tra le righe.

Cercare riferimenti su internet non serve e si finisce per perdere solo tempo o trovare l'attuale NRA Italy (associazione sportiva di tiro a lunga distanza) che nulla ha a che fare con la N.R.A. consorella e più famosa Federazione Americana.

 

Cercando con Google si ha un semplice riferimento a Wikipedia alla NRA USA

 

LA SITUAZIONE PRIMA

Fino alla metà degli anni '80 del XX° secolo ormai trascorso, l'Unione Italiana Tiro a Segno era l'unica Federazione di tiro praticante sull'intero territorio Italiano e, senza rivali il suo solo obbiettivo era quello di salvaguardare le proprie sezioni sparse in ogni Regione e introitare da iscrizioni, prove d'ami e lavoro istituzionale una massiccia quantità di denaro. Nel 1986 sorsero le prime Associazioni di tiro private, gestite interamente da singoli tiratori che esercitavano l'attività in cave e campi aperti; una vera novità per quel tempo nel nostro Paese, l'idea che potessero esistere società di tiro capaci di esercitarsi in cave o campi aperti non aveva mai sfiorato la mente di nessuno sportivo tiratore fino ad allora.
Mentre gli obbiettivi di queste piccole associazioni erano quelli di praticare del tiro sportivo al di fuori del classico tiro a segno, imitando gli sportivi d'oltre oceano, gli obbiettivi dell'UITS fino ad allora mai modificati dovettero cambiare repentinemente. Il flusso di sportivi iscritti alle sezioni di TSN che veniva convogliato verso altre società costrinse ben presto l'UITS a rivedere molte limitazioni imposte all'interno dei propri poligoni e spingere il Ministro (con cui lavorara gomito a gomito) a limitare lo sport effettuato al di fuori delle sue strutture.
Mentre al di fuori nasceva il "Tiro Pratico" poi divenuto Tiro Dinamico Sportivo, l'UITS apriva al "tiro rapido sportivo" per adeguare il suo "tiro" statico alle esigenze dei nuovi sportivi e, prima di tutto, per tamponare la fuga dei propri iscritti dalle sue sezioni.

Con il tempo anche la Federazione di tiro dinamico vide sorgere altre Federazioni, quella dei tiratori a lunga distanza, o dei tiratori che si ispiravano ad altre discipline già sorte in altri Paesi limitrofi, come la Svizzera. Un rivolo di Associazioni e Federazioni su cui scrivere sarebbe troppo lungo. Queste Federazioni e Associazioni venivano a coprire tutti gli interessi degli sportivi, dal tiro con pistole e carabine ad aria compressa e anche a fuoco, non mancarono quelli che si esercitavano con l'avancarica per arrivare fino al tiro alle "silouette" fino ad allora mito tutto made in USA. Bench-Rest, Field-Target e altri nomi stranieri entrarono ben presto nel parafrasare dello sport Italiano del tiro.
Ad oggi non si sa esattamente quante siano le diverse Associazioni di tiratori e quante strutture adibite al tiro siano presenti sul territorio, ma sono moltissime, se pur molte sconosciute perchè frequentate da un numero chiuso e ristretto di sportivi, altre prosperano ed esercitano pubblicamente. Sul sito della Federazione di Tiro Dinamico si possono contare 122 società affiliate (dato del 2014), una piccola parte di quelle effettivamente operanti nel mondo del tiro in Italia se si pensa che sono sicuramente moltissime che non sono affiliate FITDS.

In questo insieme variegato di società sportive senza ne' capo ne' coda, si inserì la NRA Italiana con l'intento primario di riunire tutte le Associazioni di tiro sul territorio e formare cosi un "comitato" capace di contrapporsi alla predominante del Ministero dell'Interno e dell'UITS. La NRA avrebbe dovuto comprendere tutte quante queste Associazioni a qualsiasi titolo fossero vicine al mondo delle armi.
Questo sfortunatamente strideva (visto con l'occhio del dopo), con il sistema Italiano collaudato di Associazioni che foraggiavano presidenti, vicepresidenti, segretari e i loro mastodontici uffici e consigli direttivi, dando indubbiamente fastidio a quel mondo delle armi che più che all'attività di tiro puntava alla cassa. Non di rado nelle associazioni di questo tipo si ritrovavano Presidenti o Consiglieri senza nemmeno il porto d'armi.

Ciò che non fu messo in conto era che, a differenza degli USA dove per raggiungere uno scopo tutti si alleano dimenticando i dissidi, nel "Belpaese" ognuno cura il proprio giardino alzando un pesante muro tutt'attorno per non essere visto e per non vedere. Il detto "ognuno per se e Dio per tutti" si sposa sempre bene in questi casi.
L'intento della neonata NRA Italia meritava un plauso se nel mondo delle "lobby" Italiane unirle voleva dire togliere loro potere, questo non poteva avvenire senza subire cruenti attacchi.

 

LA N.R.A. ITALIANA

A fondare la NRA Italia, dobbiamo dire, che non furono semplici sportivi o gente comune ma importanti nomi del mondo militare e giuridico, giudici, avvocati, imprenditori, persone molto esperte nel campo e sicuramente il meglio in Italia.
Stimati professionisti ed esperti di primordine, ad essi si affiancarono nomi illustri dell'Industria armiera e di Associazioni ad essa legate, tutte persone di ottima cultura, ben conosciute in tutti gli ambienti ed esperte nel loro lavoro.
La NRA era partita bene, il suo Consiglio Direttivo contava nomi di spicco, gli ideali non avevano nulla da invidiare a quelli Americani di liberalizzazione del mondo sportivo delle armi, della caccia, del collezionismo e della difesa. I suoi Dirigenti non avevano interesse a fare cassa ma miravano solo a liberalizzare lo sport del tiro che fino ad allora era rimasto in catene. Non era però l'idea condivisa dal Ministero dell'Interno e certamente, come detto prima, le Federazioni si sentirono ridurre il proprio potere che passava invece alla NRA.

 

LA FINE DI UN SOGNO

Affondare un Comitato che si occupa di armi non sembra essere difficile in Italia, l'accusa è semplice: "associazione a delinquere finalizzata a protegge il commercio di armi illegali" e il gioco è fatto anche se l'accusa è falsa ci vorrebbero anni di processi per scoprirlo. I vertici della NRA resistono ma ... con una perquisizione e il sequestro di tutte le carte la NRA è messa al muro.
Molti componenti del Consiglio Direttivo "fuggono", altri negano la loro appartenenza al gruppo. I rimanenti sono ampiamente al di sopra di ogni sospetto e quasi "intoccabili" quindi scampano a un processo ma tanto è che la NRA Italiana finisce quel disastroso giorno. Gli stessi fondatori, personaggi illustri avvezzi ad ogni attacco, rimangono scossi da quanto è accaduto e non fanno alcun tentativo per riportare in vita la NRA appena affondata anzi, accusano il colpo e decidono tutti di rinunciare a qualsiasi collaborazione che rispecchi quella annientata da cui sono appena scampati.
La NRA Italia, scompare dagli annuali e dal web e le sue tracce sono cancellate totalmente, non solo un lavoro mirato ma un chiaro avviso a future prove di forza e rinascite.

IL FUTURO

Tra Associazioni e Federazioni lo sport va avanti, ogni piccolo "feudo" sportivo si è ritagliato un proprio spazio vitale e dichiarerà battaglia a chiunque tenti di invaderlo. L'UITS dal canto suo doveva difendere quello che per decenni ha conquistato, non ultima l'esclusiva sulle certificazioni di maneggio delle armi e la vendita di munizioni ai soci, ma oggi anche lei è stata commissariata, i soliti giochi di potere che alla fine scuotono le società fin dalle fondamenta.
In questo gioco i soci sono lasciati a loro stessi e munti semplicemente come animali: "vuoi sparare ? ok! paga, spara e poi lascia il posto agli alti." Un semplice giro vizioso chiuso, a prova il semplice fatto che in Italia non ci si è mai preoccupati del fatto che sportivi e armi straniere qui da noi non possono competere; ma a noi sembra non importare, il giardino per ora è verde e da buoni frutti.
Il Ministero intanto è stato già battuto nel settembre 2013 sulla questione della legalizzazione dei poligoni privati. Per ora questa è la politica che rende a tutti la possibilità di muoversi liberamente ma anche alle Questure di intervenire per qualsiasi questione dato che non vi è ancora una norma in merito e nel buio più totale la Legge la fanno Questori e Prefetti. Così aprire un campo di tiro ha sicuramente dei costi e impegna molto tempo, ma chiuderlo è un attimo e questo vale anche per i tiratori, le loro armi e le loro licenze, dove basta una multa, una parola di troppo con il vicino per vedere volare vie licenze e armi senza che una NRA possa schierarsi al loro fianco. Le Federazioni tanto meno, a loro non importa certo tutto questo ma mungere la vacca finchè da il latte.

L'aquila della NRA assomiglia molto all'aquila del nostro logo, nulla di strano, Tiropratico nacque come associazione sportiva nel settembre del 1988, quindi ben prima delle odierne Federazioni di tiro dinamico, ma fu un presagio e un filo che ci lega da sempre ad essa nella speranza che qualcosa si muova anche in questo sfortunato Paese.