36 ANNI E NON LI DIMOSTRA


Smith & Wesson SA mod. K14 - cal. .38 Special

Fortunatamente la punzonatura del Banco di Gardone supporta il nostro articolo, questa nostra amica ha compiuto ben 36 anni ed ancora oggi funziona egregiamente come il primo giorno.

E' stata un mito per tanti, una "macchina" vincente per noi che facevamo gare di PGC, oggi è un pezzo di storia. La mitica K14 in Singola Azione, progettata esclusivamente per le gare di tiro a segno, con la sua canna spinata, il suo grilletto largo e rigato e la grossa cresta del cane, ha fatto innamorare tanti tiratori.

E' la sorella più piccola dei mitici revolver di grossa potenza come il modello 29, in .44 magnum, quello dell'ispettore Callaghan per intenderci e la consorella di classe media, il modello 19 in calibro .357 magnum tutte basate sullo stesso disegno, la stessa meccanica gli stessi castelli medio-grandi. Insieme a loro la più piccola in calibro .22lr., il modello 17. con cui tantissimi nuovi appassionati hanno passato ore a tentare di fare centro in quel maledetto bersaglio che sembrava non stare mai fermo.

 

Smith & Wesson mod. 17 - 22lr
Smith & Wesson mod. 14 - 38sp
Smith & Wesson mod. 19 - 357M
Smith & Wesson mod. 29 - 44M

 

36 anni di duro lavoro, gare, intensi allenamenti, giornate al "poligono" passate a sparare per togliersi di dosso lo stress della settimana, giornate di prove su munizioni ricaricate in vista di una gara importante e altri allenamenti. La nostra amica ha digerito colpo su colpo, migliaia di cartucce in cal. 38 special di tutti i tipi, originali e ricaricate che ha contarle (se avessimo tenuto un conto), si dovrebbe rabbrividire. Eppure il nostro revolver è perfettamente funzionante, ben brunito e pronto a fare ancora centro, se la mano ormai non avesse preso a tremarci.

 

 

Un bel ricordo, tante soddisfazioni, ancor più, questa pistola sta a testimoniare quanto da noi sempre detto, che l'uso di munizioni non esasperate, allunga all'infinito la vita delle nostre armi, oltre a una manutenzione minima adeguata e un poco di attenzione nel riporle in luoghi adatti. E' oramai risaputo che a portare alla fine un arma è l'uso sconsiderato di munizionamento originale o ricaricato con dosi elevate di polveri che producono allo sparo non solo alte pressioni capaci di stressare meccanicamente gli acciai dell'arma e la sua meccanica, ma anche le temperature estremamente elevate di sparo che come una "fiamma ossidrica" asportano ad ogni colpo un poco di metallo.

In questi casi a nulla servono controlli e pulizia, le semiauto iniziano ad avere evidenti giochi meccanici e a incepparsi sempre più spesso, i revolver si allungano e vi è sempre più spazio tra canna e tamburo, l'inizio delle rigature delle canne si allontana sempre più dalla camera di cartuccia, l'arma diventa imprecisa.

L'utilità di utilizzare munizioni "pesanti" non ha alcun fondamento se non per un uso di caccia o difesa (e non sempre) o per tiri esasperati che però se fatti con parsimonia, non incidono sulla vita dell'arma. Per un tiro di puro divertimento, per tiro a segno e anche in gran parte di quello dinamico è sempre preferibile scegliere un ricaricamento che tenga conto del giusto rapporto tra precisione di tiro e leggerezza di sparo. Molto spesso le munizioni forniscono le migliori prestazioni nelle ricariche in cui non viene chiesto il massimo dalle stesse, dosi e velocità tra il 60% e l'80% del massimo dichiarato producono migliori prestazioni, non stressano l'arma e nemmeno il tiratore che le usa.

La scelta di produrre munizioni "leggere" è quindi la migliore da farsi senza pensare che per andare oltre si deve comunque spingere, abbiamo provato munizioni cal. .38special con la nostra S&W che ha una canna da 6 pollici, ricaricandole con le solite dosi per tiro, 2,8 grs. di GM3 e palle WC da 158 grs. fuse in casa alla distanza classica per tiro di pistola libera (50 mt.) e le palle sono arrivate perfettamente in linea producendo una rosata nel nero molto omogenea.

Forse l'energia a quella distanza non era molta, ma il tiro si è dimostrato esatto, se quindi non serve abbattere un elefante è inutile usate decine di kilogrammetri per bucare un foglio di carta, se lo scopo è fare centro non serve farlo a 800 mt./sec. quando con soli 250 lo si può fare consumando meno, sia in denaro sia in energia e consumo dell'arma.

 

 

Tiropratico.com